Roma prepara il nuovo Piano-antenne: ma i servizi 5G per il Giubileo sono già appaltati

Un antenna di telefonia mobile a Roma, insieme al logo della nuova tecnologia 5G
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Roma si trova al centro di un intenso dibattito sull’installazione delle antenne per la tecnologia 5G, una delle più grandi rivoluzioni nel settore delle telecomunicazioni. Il Campidoglio sta infatti esaminando un nuovo regolamento sull’inquinamento elettromagnetico, che dovrebbe sostituire la normativa del 2015, ormai obsoleta a causa dei rapidi avanzamenti tecnologici e delle mutate condizioni giuridiche.

Roma prepara il nuovo Piano-antenne

Il nuovo regolamento si rende necessario anche a seguito della decisione del governo Meloni di triplicare i limiti elettromagnetici, portandoli da 6 a 15 volt/metro, per facilitare la diffusione del 5G. Questo incremento impone ai comuni la gestione dell’installazione di nuove antenne, destinate a moltiplicarsi per garantire una copertura capillare del territorio. Tuttavia, la città di Roma non dispone ancora di un censimento accurato delle stazioni radio esistenti, e non è chiaro quante nuove antenne saranno richieste nei prossimi anni.

Iservizi 5G per il Giubileo sono già appaltati

Al centro del dibattito vi è anche la proposta di introdurre un “piano territoriale di localizzazione” per gestire l’installazione delle nuove antenne in modo coordinato e pianificato, evitando una diffusione incontrollata, definita dai cittadini come “antenna selvaggia”. Questa pianificazione è vista come essenziale per garantire un controllo più incisivo da parte dell’amministrazione e per proteggere aree sensibili come scuole e ospedali. Tuttavia, la sua inclusione nel nuovo regolamento è ancora oggetto di discussione e potrebbe non essere approvata.

Il Giubileo, sempre più vicino

Parallelamente, la città si prepara per l’introduzione del 5G su larga scala in vista del Giubileo del 2025. Il servizio, che promette di rivoluzionare la connettività con velocità superiori a quelle della fibra ottica, sarà gestito da una sola azienda: la canadese Boldyn Networks. La scelta dell’azienda è avvenuta in maniera repentina e senza bando pubblico, tramite un decreto d’urgenza firmato personalmente dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha assegnato all’impresa un contratto da circa 100 milioni di euro per installare il 5G in 100 piazze di Roma, lungo le linee della metropolitana e nelle principali aree istituzionali.

La decisione di affidare a un’azienda straniera – considerata vicina agli Stati Uniti – il futuro delle telecomunicazioni della Capitale ha suscitato perplessità, soprattutto per l’esclusione delle imprese europee e italiane. L’assegnazione del progetto, avvenuta poco prima della scadenza del bando pubblico lanciato dalla Giunta Gualtieri, ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’opportunità di favorire una maggiore competizione nel settore.

Il futuro della connettività di Roma al centro di vicende internazionali

Il futuro della connettività a Roma, dunque, si gioca su due fronti: da un lato, l’adozione di un regolamento che tenga conto della necessità di una pianificazione territoriale per evitare una diffusione indiscriminata di antenne; dall’altro, la gestione del 5G, che, seppur promettente dal punto di vista tecnologico, solleva interrogativi sulla scelta di concentrare un’infrastruttura così strategica nelle mani di un’unica azienda internazionale.