Roma, pubblicità luminosa a led nasconde il semaforo: il Campidoglio si rimangia la parola
Roma, pubblicità luminosa a led Enel nasconde persino il semaforo: il Campidoglio si rimangia la parola. Una controversia giudiziaria ha messo in portato alla luce uno scontro tra il Campidoglio ed Enel riguardante l’installazione di un impianto pubblicitario luminoso a led su via Flaminia Vecchia, nei pressi di via dei Due Ponti. Questo impianto, un cartello a LED di notevoli dimensioni, è stato al centro di un acceso dibattito che è finito anche nelle aule giudiziarie. Il ledwall (muro di luce) Enel, difatti, era stato installato in una posizione potenzialmente pericolosa, in quanto in grado di ostacolare la visibilità di un semaforo. L’installazione del ledwall è stata prima autorizzata (in data ignota) e poi bloccata a luglio 2023 dallo stesso comune di Roma che in precedenza aveva dato il suo via libera. Questo almeno è quanto sostenuto davanti ai giudici del Tar del Lazio da Enel. Proprio contro il provvedimento di revoca di luglio 2023 si è scagliata Enel.
Roma, pubblicità luminosa autorizzata, ma poi negata…
Solo a luglio 2023 le autorità comunali hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla “non conformità” della pubblicità. Evidenziando il rischio di confusione per gli automobilisti a causa della forte luminosità del cartello. Le luci avrebbero potuto oscurare il segnale semaforico.
Campidoglio – Enel, scontro in Tribunale
L’esperto nominato dal Tribunale ha confermato le preoccupazioni del Comune, nate però solo in seconda battuta, dopo il precedente via libera. La sentenza ha stabilito che il cartello pubblicitario non avrebbe potuto e dovuto essere autorizzato ed installato e deve essere rimosso, poiché ostacola significativamente la visibilità del semaforo per gli automobilisti.
Serve un regolamento restrittivo
Questo fenomeno delle pubblicità luminose che spuntano come funghi in pieno autunno, certo, è solo la punta di un iceberg che ha preso piede nella Capitale. Molti cartelloni luminosi, infatti, sono affissi a ponteggi di edifici, in presunto restauro, che spesso però rimangono inalterati per anni. Basta pensare alle piazze principali di Roma, a cominciare da piazza di Spagna. O alle periferie della Capitale. Un business fiorente, dove questi presunti lavori edili o pubblicità affisse anche sui palazzi storici dell’Eur costringono i cittadini a convivere con un’estetica degradata. Ledwall sorgono nei pressi di incroci e semafori, di stazione bus e metro, davanti a negozi e uffici pubblici, senza alcun riguardo. A Roma, probabilmente, serve un regolamento restrittivo, più di quello attuale, che riporti la situazione sotto controllo.
Interrogativi sulla trasparenza di Roma Capitale
L’epilogo di questa vicenda, in definitiva, solleva interrogativi su trasparenza e sicurezza urbana a Roma. L’installazione di impianti pubblicitari in prossimità di incroci e segnali stradali, ma non solo, è una pratica delicata, che richiede un attento bilanciamento tra le esigenze commerciali e la sicurezza pubblica. Perchè la pubblicità, in prima battuta, è stata autorizzata? L’accordo tra il Campidoglio e Enel, appare come un esempio di come le procedure amministrative possano essere spesso discutibili. A fronte di regole probabilmente poco chiare e trasparenti.
Il caso ha sollevato questioni riguardanti la gestione delle autorizzazioni pubblicitarie in una città come Roma. Soprattutto in una città con un ‘paesaggio urbano’ già denso di elementi visivi come la capitale. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a garantire che tali decisioni siano prese nel migliore interesse della comunità. Tutelando la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini.