Roma, rischiano di finire all’asta 21 storiche sedi dell’ex PCI: “Calpestata la memoria di Berlinguer”
Roma, rischiano di finire all’asta 21 storiche sedi dell’ex PCI: “Calpestata la memoria di Berlinguer“. Un pezzo di storia rischia di essere cancellato per sempre. Ventuno sedi storiche legate all’eredità del Partito Comunista Italiano (PCI) potrebbero finire all’asta, lasciando un vuoto simbolico nei quartieri di Roma dove hanno rappresentato per decenni un punto di riferimento per la sinistra popolare. L’attività delle sedi è stata in parte assorbita dal Pd, in parte da Sinistra Italiana.
Verso l’asta 21 sedi dell’ex Pc di Roma
Il rischio deriva dalla situazione finanziaria dell’associazione Futuro Storico, che gestisce queste sedi e fa capo a Ugo Sposetti, l’ultimo tesoriere dei Democratici di Sinistra. La fondazione è in liquidazione e il curatore fallimentare potrebbe procedere con la vendita degli immobili per coprire i debiti. Il Partito Democratico (PD) di Roma ha già avanzato l’offerta di subentrare e accollarsi i debiti per salvaguardare le sedi, ma la proposta non è stata accolta, lasciando un clima di incertezza e indignazione tra i militanti e i sostenitori.
Un militante sui social: “Calpestata la memoria di Berlinguer”
Molte di queste sedi sono state acquistate grazie ai sacrifici di militanti tra gli anni ’50 e ’70. Tra queste, la sede di via dei Marsi a San Lorenzo, quella di Ponte Milvio legata alla memoria di Enrico Berlinguer, e altre in quartieri come Centocelle, Torpignattara, Portuense, Montesacro e Ostia Antica. Al punto da spingere un militante a scrivere sui social che starebbe per essere calpestata la stessa memoria dell’ex storico segretario del PCI. In ogni caso, quelli di cui parliamo non erano solo spazi politici, ma luoghi di aggregazione, cultura e impegno sociale. A San Lorenzo, ad esempio, la sezione venne acquistata nel 1962 con un costo di 11 milioni di lire. Per coprire la spesa, molti militanti rinunciarono a mutui personali e investirono i loro risparmi per garantire un futuro alla loro comunità politica.
La chiusura delle sezioni: un impatto profondo
La chiusura delle sedi storiche ha già avuto un impatto tangibile. A San Lorenzo, dove la sezione è chiusa da due anni, il debito accumulato ha raggiunto i 30mila euro. Nonostante ciò, gli eletti del II Municipio continuano a contribuire economicamente per evitare il peggio. Tuttavia, senza una soluzione concreta, il rischio di perdere questi spazi aumenta giorno dopo giorno.
Un patrimonio culturale e politico
Le sedi ex PCI sono più di luoghi fisici. Sono il risultato di decenni di militanza, di battaglie per i diritti sociali, di attività culturali e di impegno collettivo. La loro vendita rappresenterebbe una ferita per la memoria storica della sinistra italiana, ma anche per la cittadinanza che le ha frequentate e vissute.
Un futuro incerto
La situazione resta delicata. Il PD di Roma si è dichiarato pronto a intraprendere tutte le azioni necessarie per salvaguardare le sedi, anche valutando soluzioni legali per impedire che finiscano all’asta. Tuttavia, l’assenza di risposte positive da parte della proprietà complica il quadro.
“Non possiamo permettere che pezzi di storia come questi vengano cancellati,” è l’appello che risuona forte tra i militanti. La speranza è che si trovi una soluzione capace di tutelare la memoria di una tradizione politica che ha segnato profondamente la storia di Roma e dell’Italia intera.