Roma, salasso Tari 2025: con Gualtieri aumenta il costo del trattamento rifiuti. Naufragano le promesse di AMA

A sinistra, una classica bolletta Tari, a destra il sindaco di Roma Roberto Gualtieri - www.7colli.it
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Roma, salasso Tari 2025: con Gualtieri aumenta il costo del trattamento rifiuti. Naufragano le promesse di AMA. I romani – semplici cittadini e commercianti – rischiano seriamente di dover mettere mani al portafogli per pagare i più che probabili rincari Tari 2024-2025. Il costo vivo per il solo trattamento dei rifiuti prodotti nella Capitale negli impianti di Malagrotta, difatti, è appena aumentato di 56,31 euro a tonnellata. Una tegola imprevista a cui il Campidoglio dovrà e potrà far fronte solo aumentando il costo delle ‘bollette’ finali a carico degli utenti finali. I costi vivi passano dai 168,15 ai 224,46 euro per singola tonnellata.

Roma, in vista salasso Tari 2025

A Roma quindi, più che i mostri di Halloween, all’orizzonte si intravede il rischio di un più che probabile salasso Tari 2025. I costi del solo trattamento dei rifiuti di Roma sono stati innalzati da una recentissima autorizzazione della Regione Lazio. La decisione è contenuta in un documento firmato lo scorso 17 ottobre da Wanda D’Ercole, la plenipotenziaria dirigente portata dall’ex Governatore del Lazio – ora capo delegazione Pd in Europa, Nicola Zingaretti – ai vertici del Lazio. Wanda D’Ercole permane al suo posto nonostante il cambio di guardia Zingaretti-Rocca.

I costi delle tariffe di trattamento (e smaltimento) dei rifiuti vengono pagati dai Comuni con grande ritardo. È questo il motivo per cui tale e imprevisto innalzamento dei costi rischia – scusate il gioco di parole – di costare tanto non solo ai cittadini. Ma anche, politicamente parlando, a Gualtieri e soci. Oltreché al suo fedelissimo dirigente, Alessandro Filippi. Che rischia di fare la figura del classico ‘marinaio’.

A Roma con Gualtieri (e Filippi) aumenta il costo Tari 2025

Proprio a proposito di Alessandro Filippi, da tre settimane eravamo sinceramente commossi dalla promessa da lui annunciata urbi et orbi: “Non aumenteremo la Tari“. Alessandro Filippi, per chi non lo sapesse, è il Direttore Generale di Ama scelto dal sindaco Gualtieri in persona a luglio 2023.

Promosso da Acea – è suo il progetto dell’inceneritore – ad Ama

Alessandro Filippi è stato, fino a luglio 2023, ai vertici di Acea Elabori, il settore tecnico-ingegneristico di Acea che ha preparato il progetto del nuovo maxi inceneritore tanto caro a Gualtieri ed al Pd, visto che anche la segretaria nazionale Elly Schlein ormai strizza apertamente l’occhio – sempre a mezzo stampa – all’impianto brucia-rifiuti di Santa Palomba. Appena finito di progettare l’inceneritore, proprio a luglio 2023, è stato ‘prelevato‘ da Gualtieri e promosso in Ama. Ora è diventato l’uomo delle promesse, l’uomo immagine di Gualtieri.

Alessandro Filippi, per conto di Gualtieri, ha giurato e forse spergiurato, sui giornali amici, che grazie all’inceneritore – che non sarà pronto prima dei prossimi 5 anni, sfidiamo chiunque a dire il contrario – la Tari non aumenterà. Il problema vero è che per i romani la Tari non aumenterà tra 5 anni. Ma già nei prossimi mesi. Per la precisione a dicembre 2024 e febbraio 2025.

La Regione fa naufragare le promesse di Gualtieri, Filippi e Ama

Nel dettaglio, la Direzione Regionale Ciclo dei Rifiuti ha infatti stabilito che il costo per il trattamento dei rifiuti è aumentato significativamente. Incidendo direttamente sui piani tariffari della Tari. La revisione delle tariffe è stata applicata in via retroattiva. Secondo quanto emerge dal provvedimento, le nuove tariffe al netto di ecotassa, benefit ambientale e IVA, passano da 168,15 euro per tonnellata per l’anno del 2021, a 212,82 euro per il 2022, e infine a 224,46 euro per il 2023. Le fatture vengono pagate, come anzidetto, sempre con gran ritardo. Quindi questi aumenti avranno necessariamente una ricaduta sul piano spese di Ama e di conseguenza sulla relativa tariffa Tari in corso di elaborazione che verrà recapitata a centinaia di migliaia di utenze/cittadini romane/i, comprese quelle commerciali.

Gestione di Malagrotta in mano alla Procura di Roma

Tale aumento rappresenta una significativa crescita dei costi rispetto agli anni precedenti. Dovuta – così spiega il documento della regione – in gran parte alle spese di gestione e manutenzione degli impianti di trattamento. Situati a Malagrotta e gestiti dalla società E.Giovi S.r.l.. Società in amministrazione giudiziaria, nelle mani della Procura Capitolina. Questo incremento delle tariffe di accesso agli impianti viene giustificato, secondo quanto riportato sempre nel documento regionale, dalla necessità di coprire i costi effettivi dell’intero ciclo dei rifiuti.

Il polo di Malagrotta e le sfide di sostenibilità

Il polo di Malagrotta, uno dei maggiori impianti di trattamento rifiuti d’Italia, gestisce un’enorme quantità di rifiuti urbani non pericolosi. L’impianto, autorizzato per la prima volta nel 2013 e aggiornato nel 2016, è stato al centro di controversie a causa dei problemi legati alla sostenibilità ambientale e alle esigenze di miglioramento delle tecnologie di trattamento.

La Regione Lazio ha da tempo preso atto delle problematiche ambientali e gestionali dell’impianto, attuando una serie di regolamentazioni per garantire la sicurezza ambientale e migliorare l’efficienza del sistema di trattamento rifiuti.

Tuttavia, il polo impiantistico di Malagrotta continua a rappresentare una delle principali sfide di Roma in tema di rifiuti, un problema complesso che l’amministrazione comunale e regionale stanno cercando di affrontare con una riorganizzazione degli impianti e un potenziamento delle infrastrutture.