Roma, scavi a Largo Corrado Ricci: il Templum Pacis tornerà alla luce?

Roma Templum Pacis

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Un fazzoletto di terra ai margini del Foro di Nerva, in pieno centro storico di Roma, è oggi al centro di una campagna di scavi archeologici. Gli ex giardini di Largo Corrado Ricci, nonostante la loro posizione strategica, fino ad ora non erano mai stati oggetto di un’indagine sistematica. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: raggiungere i resti del Templum Pacis, il grandioso complesso monumentale fatto costruire dall’imperatore Vespasiano nel I secolo d.C.

Tuttavia, con una stratificazione così complessa e la presenza di strutture medievali e moderne, la domanda sorge spontanea: si riuscirà davvero a scavare fino in fondo o il progetto si fermerà prima?

Dal 28 marzo il cantiere sarà aperto al pubblico, con visite guidate su prenotazione per permettere ai cittadini di osservare i progressi dello scavo in tempo reale.

Templum Pacis: un progetto da quasi 3 milioni di euro, ma durerà fino al 2026?

La prima fase di scavo, finanziata da Roma Capitale, si è svolta tra giugno 2022 e gennaio 2024 su un’area limitata di 200 metri quadrati. Questa indagine iniziale ha gettato le basi per la campagna archeologica attuale, iniziata a novembre 2024 e destinata a durare fino al 2026.

Il finanziamento, pari a 2,69 milioni di euro, proviene dai fondi Pnrr. La direzione del progetto è affidata alla Sovrintendenza Capitolina, con il Sovrintendente Claudio Parisi Presicce a capo delle operazioni.

Ma la vera domanda è: questa tempistica verrà rispettata? Gli scavi archeologici, si sa, possono riservare imprevisti e ritardi, specialmente in un’area dove convivono stratificazioni di diverse epoche. Non sarebbe la prima volta che un progetto di ricerca archeologica si prolunga ben oltre le previsioni iniziali.

L’obiettivo: arrivare al Templum Pacis, ma il percorso è pieno di ostacoli

Gli archeologi stanno lavorando per raggiungere il livello della pavimentazione del Templum Pacis, costruito tra il 71 e il 75 d.C. e dedicato alla dea Pax.

L’area di scavo è delimitata da un’antica struttura in peperino, identificata come il muro perimetrale del Foro di Nerva, realizzato sotto Domiziano e completato dall’imperatore Nerva alla fine del I secolo d.C.

Attualmente gli scavi si trovano a circa un metro sotto il livello stradale, ma per raggiungere i resti dell’antico tempio sarà necessario scendere fino a 6,5 metri di profondità. Il problema? Non è detto che tutto fili liscio.

La presenza di strutture tardoantiche e medievali potrebbe costringere gli archeologi a deviare o addirittura fermarsi prima di raggiungere l’obiettivo. E se il Templum Pacis fosse più frammentato del previsto o non fosse affatto conservato in questa zona.

La prima fase degli scavi ha portato alla luce un isolato costruito tra il XVI e il XVIII secolo, una scoperta interessante ma non esattamente rivoluzionaria, dato che la sua esistenza era già documentata negli archivi.

Uno degli elementi più rilevanti è un forno comunitario utilizzato fino all’Ottocento. Qui gli abitanti della zona cuocevano pane e cibo, un’usanza comune nelle città preindustriali. L’ingresso originario del forno si trovava sul muro del Foro di Nerva, ma venne murato agli inizi del Novecento.

Più antichi sono i due calcare del XIV secolo, fornaci medievali usate per bruciare marmi antichi e ottenere calce per le costruzioni. Tuttavia, siamo ancora lontani dalla pavimentazione romana: per arrivarci bisognerà scavare altri 2-3 metri, sperando di non incontrare altri ostacoli imprevisti.

Il ritrovamento più insolito: uno scheletro fuori posto

Tra i reperti più curiosi c’è senza dubbio il ritrovamento dei resti umani di un uomo, probabilmente vissuto nel tardo XVI secolo.

Si tratta di un individuo di circa 35-40 anni, il cui scheletro è stato rinvenuto senza alcuna traccia di sepoltura. La posizione è quantomeno anomala: le gambe sembrano inginocchiate, mentre il busto è ruotato di 180 gradi.

Accanto allo scheletro sono state trovate quattro monete, disposte come se fossero in una tasca o una piccola sacca, e una lama in ferro, forse appartenente a un pugnale. Quest’ultima, però, sembra essere stata protetta da un fodero, quindi non usata come arma.

Chi fosse quest’uomo e come sia finito in questa posizione resta un mistero. Forse fu semplicemente abbandonato qui dopo la morte, ma senza prove più concrete ogni ipotesi rimane speculativa.

Da torre medievale a demolizioni del Novecento

Largo Corrado Ricci ha attraversato secoli di trasformazioni. Nel 1200, papa Innocenzo III commissionò la costruzione della Torre dei Conti, destinata a diventare una delle residenze urbane più imponenti della Roma medievale. La sua altezza era tale che il poeta Petrarca la definì “toto orbe unica”, ovvero unica al mondo.

Nel corso del tempo, la torre perse la sua funzione originaria. Alla fine del Medioevo l’area circostante fu trasformata in orti e frutteti, mentre nei secoli successivi sorsero piccole abitazioni e depositi.

Nel XIX secolo, il costruttore Vincenzo Nicolini acquistò l’area e realizzò un grande palazzo di sette piani, collegato alla Torre dei Conti, che a sua volta venne convertita in un condominio.

Nel 1934, durante le grandi opere urbanistiche volute dal fascismo, Palazzo Nicolini fu demolito per fare spazio a via dei Fori Imperiali. Oggi, gli scavi stanno riportando alla luce le sue fondazioni, ma il vero obiettivo resta la pavimentazione romana.

Un cantiere aperto, ma con quali prospettive?

Come già avvenuto nella prima fase, anche questa campagna di scavi sarà aperta al pubblico.

Le visite guidate si terranno venerdì 28 marzo 2025, con accesso a piccoli gruppi su prenotazione tramite il numero 060608. Un’occasione interessante per osservare da vicino gli scavi e valutare se il progetto riuscirà davvero a mantenere le promesse.

Resta da vedere quanto si riuscirà realmente a scavare e se il Templum Pacis tornerà davvero alla luce o rimarrà solo un obiettivo sulla carta.