Roma, servizi segreti e mafia capitale dietro l’omicidio di Simonetta Cesaroni: la Procura riapre le indagini
Roma, a trentatré anni dall’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990 in un appartamento di via Poma, la Procura capitolina ha deciso di riaprire il caso. La decisione è scaturita dalla presenza di nuovi elementi e dalla volontà di approfondire il possibile coinvolgimento di poteri occulti che potrebbero aver influito sulle indagini originarie.
Servizi e Mafia dietro l’omicidio di via Poma a Roma
Secondo recenti ricostruzioni, nell’appartamento teatro dell’omicidio sarebbero stati conservati documenti riservati dei servizi segreti. Questi file avrebbero rappresentato un nodo cruciale nella vicenda, tanto da generare sospetti su eventuali interferenze di “poteri forti” per ostacolare l’accertamento della verità. La giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, indicando la necessità di indagare a fondo sulle presunte manipolazioni e sui collegamenti con il mondo degli 007 e della criminalità organizzata.
Da 33 anni l’omicidio irrisolto di Roma
Tra i filoni da approfondire, spicca il celebre furto del 1999 nel caveau della cittadella giudiziaria, attribuito a una banda legata a Mafia Capitale. Si sospetta che quell’episodio possa essere collegato agli insabbiamenti di prove cruciali nel caso Cesaroni. La magistratura ha disposto di ascoltare una lunga lista di persone, incluse figure già coinvolte nelle indagini precedenti e altre mai interrogate prima. Tra queste emergono ex funzionari di polizia e soggetti con legami diretti o indiretti con i servizi segreti.
Gli strani appunti della Digos
Un elemento di interesse è rappresentato dall’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, defunto presidente degli Ostelli e vicino di casa del luogo del delitto. Sebbene mai indagato all’epoca, nel 1992 emerse un appunto della Digos che sollevava dubbi sul suo alibi e ne descriveva un comportamento controverso. Questo aspetto, insieme ad altri dettagli rimasti nell’ombra per decenni, verrà ora riesaminato.
La riapertura delle indagini punta anche a chiarire il ruolo di eventuali coperture istituzionali. Documenti riservati e operazioni condotte dai servizi segreti sembrano aver creato una barriera insormontabile per investigatori e pubblici ministeri. La Procura sta ora lavorando per delineare il contesto storico e le dinamiche che avrebbero favorito l’insabbiamento del caso.
Luce sull’omicidio di Simonetta Cesaroni
L’obiettivo è fare luce non solo sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, ma anche su un sistema più ampio che potrebbe aver manipolato le indagini. Il caso si configura così come uno dei più intricati e inquietanti della cronaca giudiziaria italiana, con implicazioni che potrebbero coinvolgere figure di rilievo nel mondo della politica, delle forze dell’ordine e dei servizi segreti.
Con l’indagine riaperta, la magistratura è chiamata a rivelare i retroscena di una vicenda che ha segnato profondamente l’opinione pubblica, alimentando sospetti di una trama oscura che ha ostacolato l’accertamento della giustizia per oltre tre decenni.