Roma, si impicca nel carcere di Regina Coeli: morto 25enne

Carcere Regina Coeli

Ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. È morto così, nella serata di ieri, un giovane detenuto di 25 anni, di origine straniera. Il ragazzo ha compiuto il tragico gesto nel carcere di Roma di Regina Coeli, impiccandosi nella sua cella. È il primo suicidio in carcere del 2025 nel Lazio, avvenuto nella seconda sezione della casa circondariale, già al centro di gravi criticità strutturali e organizzative. Si tratta di un altro tragico episodio che riporta l’attenzione sulla crisi del sistema penitenziario italiano.

Sovraffollamento e carenza di personale: Regina Coeli al collasso

La situazione nel carcere trasteverino è ormai insostenibile. Oltre 1.050 detenuti vivono in uno spazio progettato per ospitarne 618, un sovraffollamento che mette a dura prova sia i detenuti che il personale penitenziario. A questo si aggiunge una grave carenza di organico tra gli agenti della polizia penitenziaria: su 480 unità previste, solo 347 sono effettivamente in servizio.

“Il sistema penitenziario rischia il collasso”, avverte Massimo Costantino, segretario generale della FNS CISL Lazio. “La combinazione di sovraffollamento e mancanza di personale sta compromettendo gravemente la sicurezza e l’ordine delle carceri. È necessario un intervento urgente e radicale per ridisegnare completamente il sistema”.

Roma, detenuto si impicca a Regina Coeli: ennesimo allarme (inascoltato) dei sindacati

Un bilancio che fa paura: 90 suicidi nel 2024, un inizio d’anno già segnato dal dolore

I numeri dipingono un quadro drammatico. Secondo l’associazione Ristretti Orizzonti, nel 2024 si sono tolte la vita 90 persone detenute, un record storico che supera il precedente del 2022, con 84 suicidi. Il 2025 sembra iniziare nello stesso modo tragico: oltre al caso di Regina Coeli, già altri tre detenuti si sono suicidati nei primi giorni dell’anno, due nel carcere di Paola, in Calabria, e uno a Modena.

La denuncia: “Le carceri sono uno specchio della nostra civiltà”

“La condizione delle nostre carceri è il riflesso del livello di civiltà della Repubblica,” sottolinea ancora Costantino. “Ma non possiamo dimenticare chi lavora quotidianamente in questi luoghi. Gli agenti devono essere messi nelle condizioni di operare con serenità e in sicurezza. Serve un rinforzo immediato del personale, oltre a misure strutturali per affrontare il sovraffollamento”.