Roma s’illumina per la notte delle edicole: “Gualtieri ci aiuti a diventare centri di servizi polivalenti”
Roma si accende per una notte speciale. La “Notte delle edicole” ha portato ieri luci e proteste nelle strade della capitale, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo politico sulla crisi che sta travolgendo uno dei simboli storici dei quartieri: le edicole. Promossa dal Sinagi, il sindacato degli edicolanti, la manifestazione ha visto i partecipanti riunirsi in piazza del Parlamento per chiedere interventi urgenti e scongiurare la chiusura definitiva di numerose attività.
Roma ospita la notte delle edicole
I numeri non mentono: nel 2015 a Roma si contavano circa 1.000 edicole. Oggi ne restano poco più di 500. La crisi, alimentata dal calo delle vendite dei quotidiani e dall’avanzare della digitalizzazione, ha ridotto il settore a una vera emergenza. Gli edicolanti, però, non si arrendono. Con neon e insegne accese per tutta la notte, hanno lanciato un messaggio forte e chiaro: “Se non viene trovata una soluzione, tra pochi anni le edicole non esisteranno più”.
Il Comune e Gualtieri ci aiutino a diventare Centro di servizi polivalente
Tra le proposte avanzate dai manifestanti c’è la trasformazione delle edicole in centri di servizi polivalenti. L’idea è quella di ampliare le funzioni tradizionali, offrendo servizi come la prenotazione di visite mediche tramite il CUP, il rilascio di certificati anagrafici, la ricarica delle tessere Atac e molto altro. “Non siamo solo punti vendita di giornali, ma veri riferimenti per i cittadini, soprattutto per anziani e professionisti che cercano un servizio veloce e vicino casa”, spiegano i manifestanti.
Questo modello, che si inserirebbe perfettamente nella visione della “città dei 15 minuti” sostenuta dal Campidoglio, potrebbe rappresentare una soluzione concreta per salvare il settore. Un esperimento simile, come il rilascio di certificati anagrafici direttamente dalle edicole, aveva riscosso grande successo, con oltre 80.000 documenti emessi in un anno. Tuttavia, la sospensione di questo servizio per motivi burocratici ha rappresentato un duro colpo per la categoria.
Ampliare l’offerta per sopravvivere
Un’altra strada per il rilancio potrebbe essere l’ampliamento delle licenze. Gli edicolanti propongono di includere nella loro offerta prodotti e servizi diversi, compresi alimenti e bevande. “Perché non vendere un caffè insieme al giornale?” suggeriscono i manifestanti, sottolineando come questa evoluzione potrebbe non solo garantire la sopravvivenza delle edicole, ma anche rafforzare il loro ruolo di punto di incontro e aggregazione per i quartieri.
Una battaglia per il futuro delle città
La chiusura delle edicole non è solo un problema per i titolari, ma una perdita per l’intera comunità. Questi piccoli presidi rappresentano un punto di riferimento nei quartieri, in grado di offrire supporto pratico e umano in un’epoca in cui la digitalizzazione rischia di escludere una parte della popolazione. La loro scomparsa lascerebbe un vuoto difficile da colmare.
Gli edicolanti si rivolgono al sindaco Roberto Gualtieri e al Comune di Roma, chiedendo un sostegno concreto per trasformare le edicole in un modello di servizio moderno e sostenibile. La speranza è che questa “Notte delle edicole” accenda non solo le luci delle attività, ma anche l’attenzione delle istituzioni, per evitare che un simbolo della città venga definitivamente spento.