Roma, sindacati taxi su notte di Capodanno: “Falsità e menzogne”

Taxi

Dura presa di posizione delle sigle sindacali dei taxi romani in merito a quanto accaduto la notte di Capodanno a Roma, evidenziando come alcune narrazioni mediatiche abbiano attribuito difficoltà nel reperire taxi a presunti atteggiamenti speculativi da parte dei tassisti. Le associazioni di categoria respingono tali accuse, definendole “false e illogiche”, e puntano il dito contro la piattaforma Uber, evidenziando come il problema non fosse legato ai taxi, bensì al meccanismo dei “moltiplicatori tariffari” adottati dalle auto a noleggio con conducente (NCC) tramite l’app californiana.

I sindacati: “Nessun atteggiamento speculativo”

“Si vorrebbe far credere che in occasione della conclusione del grande concerto tenutosi a Circo Massimo, con la partecipazione di oltre 70mila persone fuoriuscite tutte insieme, la difficoltà contingente legata alla possibile ricerca di un taxi sia stata dettata da un atteggiamento speculativo, messo in campo dai conducenti delle auto bianche, per spingere i potenziali utenti a chiamare tramite app ed in particolare Uber, per far lievitare i prezzi delle corse” commentano le le segreterie romane UGL Taxi, Federtaxi Cisal, Uritaxi Lazio, Uti, ATAPL CLAAI, ATI Taxi, Fast Confsal Taxi, LegaCoop, Confcooperative, Agci, Cna taxi, Sul Taxi e Associazione Tutela Legale Taxi.

La tariffa amministrata

“Tale supposizione è totalmente falsa e anche illogica – aggiungono – infatti basterebbe ricordare a chi scrive con un atteggiamento pregiudiziale che il servizio taxi ha tra le sue caratteristiche principali la tariffa amministrata, il cui valore resta invariato a prescindere dall’andamento della domanda e quindi dalle condizioni di mercato. Invece, in un contesto di forte richiesta, come ad esempio in occasione di uno sciopero o a conclusione di una partita o di un concerto, situazione che si è determinata anche la sera di Capodanno, il costo delle corse che l’applicazione Uber assegna alle vetture di noleggio con conducente lievita alle stelle, grazie ai cosiddetti moltiplicatori tariffari. E questa è la ragione per la quale tramite l’app americana si trovavano facilmente vetture, puntualizziamo però di noleggio e non taxi, poiché nessuno era disposto a spendere cifre folli per brevi spostamenti e tali auto hanno continuato a restare a disposizione di chi potenzialmente aveva necessità, mentre in parallelo, i taxi con le loro tariffe amministrate erano occupati”.

Lavoro svolto con professionalità

“Ricordiamo a tutti che gli operatori del servizio taxi hanno svolto con professionalità il proprio lavoro, in un contesto urbano difficilissimo, nel quale la grande moltitudine di persone che hanno avuto difficoltà ad utilizzare i mezzi del trasporto pubblico di linea, praticamente inesistenti, inevitabilmente si è riversata sulle auto bianche, il cui organico non può essere dimensionato su situazioni estreme. Quindi più che parlare di atteggiamenti scorretti, servizio assente poiché costretto a sopperire alle carenze del trasporto di linea, o possibili geolocalizzazioni satellitari – conclude la nota – per colpire i fenomeni speculativi messi in campo dalla potente applicazione californiana Uber, basterebbe chiedere la piena applicazione della normativa di settore con la quale si stabilisce che tramite un apposito decreto ministeriale, debbano essere fissate le tariffe massime del servizio di noleggio con conducente, a tutela degli interessi di un’utenza che non può essere abbandonata all’arbitrio degli algoritmi”.

Un appello, quello dei sindacati, che cerca di evitare generalizzazioni e a promuovere un’applicazione rigorosa delle normative di settore, mettendo al centro la tutela dell’utenza e l’equità dei servizi di trasporto.