Roma, smontate le panchine anti-clochard del Campidoglio: in azione la ‘banda’ di Robin Hood

Roma, una delle panchine smontate

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La notte scorsa, un gruppo di attivisti noto come ‘Robin Hood‘ ha compiuto un’azione dimostrativa nel cuore di Roma, rimuovendo le sbarre divisorie installate su diverse panchine pubbliche per impedire ai senzatetto di dormirvi. L’intervento ha interessato in particolare le nuove panchine di Piazzale dei Cinquecento, nei pressi della Stazione Termini, installate in vista del Giubileo 2025. Gli attivisti hanno lasciato un segnale inequivocabile della loro azione: un cappello di Robin Hood accompagnato da un messaggio di protesta.

La protesta contro il ‘security design’ urbano

Negli ultimi anni, molte città italiane hanno adottato soluzioni di ‘security design‘ volte a scoraggiare la presenza dei senzatetto negli spazi pubblici. A Roma, questa strategia si è manifestata con l’installazione di divisori sulle panchine, eliminando di fatto qualsiasi possibilità di utilizzo prolungato da parte delle persone senza fissa dimora. Un’azione che gli attivisti di ‘Robin Hood‘ considerano un attacco ai più deboli e un’ulteriore forma di emarginazione sociale.

L’emergenza dei senzatetto in Italia

Secondo le stime più recenti, nel 2024 circa 400 persone senza fissa dimora sono morte per il freddo in Italia. Un dato allarmante che pone in evidenza la fragilità di questa categoria e la carenza di politiche adeguate per il loro supporto. Di fronte a questa emergenza umanitaria, la risposta delle istituzioni è stata spesso caratterizzata da misure che mirano a rendere più difficile la permanenza dei senzatetto nelle aree urbane, piuttosto che offrire soluzioni concrete per il loro reinserimento sociale.

La strategia di ‘Robin Hood’: sabotaggio e solidarietà

Il gruppo ‘Robin Hood‘ si è già reso protagonista di altre azioni simili in passato, colpendo dispositivi considerati strumenti di esclusione sociale, come gli smart locker destinati ai turisti o le serrature di alcuni bed & breakfast. Nel loro comunicato, gli attivisti hanno lanciato un messaggio chiaro: “Alla vostra sicurezza rispondiamo con la solidarietà“. Un appello che va oltre la semplice protesta, invitando la cittadinanza a prendere posizione contro politiche urbane considerate discriminatorie.

Il Giubileo dei ricchi e il Giubileo dei poveri

Il riferimento al Giubileo 2025 non è casuale. Gli attivisti denunciano come le misure adottate per preparare la città all’evento siano rivolte principalmente a garantire ordine e decoro per i turisti e i pellegrini, trascurando i bisogni delle fasce più deboli della popolazione. Sul messaggio lasciato accanto alle panchine sabotate si legge: “Sabota anche tu il Giubileo dei ricchi. Costruiamo insieme il Giubileo dei poveri!”. Un invito a ripensare l’evento non solo come un’occasione di celebrazione religiosa e di accoglienza turistica, ma anche come un momento di solidarietà e attenzione verso i meno fortunati.

Reazioni e scenari futuri

L’azione del gruppo ‘Robin Hood‘ ha suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato molti cittadini e associazioni per i diritti umani hanno espresso sostegno all’iniziativa, dall’altro le autorità romane potrebbero rispondere con un inasprimento delle misure di controllo. Resta da vedere se questa protesta contribuirà a sensibilizzare l’opinione pubblica e a stimolare un dibattito più ampio sulle politiche sociali della capitale. Di certo, la battaglia tra sicurezza e solidarietà sembra destinata a proseguire.