Roma, spari in strada: 43enne gambizzato in un agguato
Un colpo di arma da fuoco sparato all’improvviso, poi la fuga. A Roma torna l’incubo degli agguati a colpi di pistola. Nella serata di ieri, 4 dicembre, poco dopo le 19, un uomo di 43 anni è stato ferito alla gamba sinistra in via di Vermicino, nel VI Municipio, al confine tra la Capitale e Frascati. Le modalità dell’esecuzione parlano chiaro: potrebbe trattarsi di un regolamento di conti. La vittima, il 43enne S.E. , con precedenti di polizia per droga, è stata trasportata in codice rosso all’ospedale di Tor Vergata. Fortunatamente, non è in pericolo di vita, anche se la prognosi resta riservata.
Indagini serrate: raccolti bossoli e immagini
La polizia, intervenuta sul posto, ha trovato due bossoli e individuato altri elementi che potrebbero fare luce sull’accaduto. Decisive potrebbero rivelarsi le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, già acquisite dagli investigatori.
La versione fornita dalla vittima, che ha parlato di un agguato, è comunque al vaglio degli inquirenti, che devono capire quanto possa essere corrispondente al vero. Al momento si attende il via libera dei medici per interrogarlo formalmente e ottenere dettagli cruciali sul movente e sull’identità dei responsabili.
La sparatoria a maggio
Sempre nel VI Municipio, stavolta a Tor Bella Monaca, una sparatoria aveva visto protagonista un 27enne già conosciuto alle forze dell’ordine. Il ragazzo era stato colpito sotto la sua abitazione di via Scozza, dove aveva invocato l’aiuto della madre per salvarsi. Il giovane è stato gambizzato, ma non solo. Uno dei numerosi colpi gli ha sfiorato il rene, rischiando di ucciderlo. E, secondo gli inquirenti, forse l’obiettivo era proprio quello, farlo fuori. Un regolamento di conti vero e proprio, sempre con lo sfondo del traffico di droga e della guerra tra bande rivali.
La vittima, Giancarlo Tei, era stata definita “un bersaglio che cammina”. Ma lui non ha voluto collaborare con gli inquirenti. “Non so chi sia stato, ero di spalle, non ho visto niente”, avrebbe detto agli investigatori.