Roma, tangenti in Comune: sanavano gli abusi edilizi in cambio di mazzette attraverso accessi abusivi ai sistemi informatici (FOTO E VIDEO)
Una rete di corruzione e accessi illeciti ai sistemi informatici catastali è stata smascherata dai Carabinieri di Roma Eur, che dalle prime ore dell’alba hanno eseguito un’ordinanza del Gip che impone misure cautelari a sei persone, accusate di aver manipolato pratiche di condono edilizio attraverso falsificazione di documenti e mazzette. Un sistema che puntava a sanare abusi edilizi e a modificare destinazioni d’uso, sfruttando un pericoloso intreccio tra pubblico e privato.
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Accessi abusivi per falsificare documenti: il cuore dell’indagine
Gli investigatori hanno scoperto che alcuni indagati accedevano illegalmente ai sistemi informatici catastali per alterare documenti ufficiali. Lo scopo era quello di sanare irregolarità edilizie in cambio di denaro. Gli accertamenti sono partiti nel 2020, dopo la denuncia di un dirigente di Risorse per Roma Spa, che aveva notato anomalie in una pratica legata a un immobile della Capitale.
Un elemento chiave dell’inchiesta è stato il ritrovamento di un appunto manoscritto, sequestrato a una dipendente pubblica. Sul foglio erano annotati numeri di pratiche con accanto cifre che, secondo gli investigatori, corrispondevano a mazzette già incassate o da riscuotere.
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Le accuse: corruzione, falsi e collusioni
I Carabinieri, coordinati dalla Procura di Roma, hanno raccolto prove schiaccianti. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di
- Accesso abusivo a sistemi informatici.
- Corruzione per favorire pratiche irregolari.
- Falsificazione di certificati per collaudi e perizie mai effettuate.
- Distruzione e occultamento di documenti ufficiali.
Tra i sei destinatari delle misure cautelari ci sono sia professionisti che dipendenti comunali. Nello specifico, si tratta di
- Una dipendente di Roma Capitale, sospettata di aver gestito direttamente le pratiche illecite.
- Un’ex impiegata dell’Ufficio Condono, oggi professionista, accusata di falsificare documenti per agevolare le sanatorie.
- Due liberi professionisti, coinvolti nel pagamento di tangenti.
- Un’intermediaria, che avrebbe facilitato i contatti tra privati, funzionari pubblici e professionisti.
Le misure cautelari
Per due degli indagati sono scattati gli arresti domiciliari, mentre gli altri quattro sono stati sottoposti a divieti di esercizio della professione e obblighi di firma. L’operazione dei Carabinieri, coordinata dalla Procura di Roma, porta alla luce un sistema ben strutturato che ha sfruttato le falle dell’amministrazione per interessi privati. La lotta contro la corruzione resta una sfida cruciale per tutelare la legalità e la fiducia nelle istituzioni.