Roma, traffico illecito di rifiuti al campo nomadi di via Salviati: degrado e microcriminalità, è allarme

campo rom via Salviati

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Cumuli di immondizia, elettrodomestici dismessi, pneumatici abbandonati e rifiuti pericolosi disseminati ovunque: è questa la drammatica fotografia del campo nomadi di via Salviati, nella periferia est della Capitale. Un quadro allarmante che mette a rischio la salute pubblica, l’ambiente e la sicurezza urbana, denunciato da anni ma mai davvero affrontato in modo efficace.

Traffico illecito di rifiuti a via Salviati

Non si tratta di un’emergenza improvvisa. Da anni i cittadini denunciano la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto, chilometriche, che invadono strade e terreni adiacenti al campo nomadi. Le immagini che arrivano da via Salviati parlano da sole: materassi, frigoriferi, divani, armadi, sacchi neri colmi di rifiuti, pneumatici e scarti industriali ammassati ovunque. Una situazione che, oltre a deturpare il paesaggio urbano, costituisce una minaccia per l’intero ecosistema.

Ma c’è di più. Secondo numerose segnalazioni, tra i rifiuti abbandonati compaiono sempre più frequentemente scarti speciali e pericolosi, segno di un traffico illecito ben organizzato, che coinvolge non solo la popolazione del campo, ma anche attori esterni che sfruttano la zona come punto di smistamento e smaltimento illegale.

Furti e criminalità

Il degrado ambientale va di pari passo con l’aumento della microcriminalità. Gli ultimi episodi parlano chiaro: furti di pneumatici e refurtiva nascosta all’interno del campo sono ormai all’ordine del giorno. In un recente blitz notturno, la Polizia di Stato ha arrestato due uomini sorpresi mentre smontavano gomme e cerchi in lega da un veicolo. All’interno del loro mezzo sono stati rinvenuti strumenti professionali per lo smontaggio rapido, prova di un’attività criminale ben strutturata.

Via Salviati come zona franca

Le indagini hanno portato direttamente al campo nomadi, dove è stata recuperata l’intera refurtiva, accuratamente occultata. Un ulteriore tassello che conferma come il campo di via Salviati sia diventato un vero e proprio hub del crimine ambientale e predatorio, in una zona che, nonostante i “controlli continui”, continua a rimanere fuori controllo.

Sulpl: “Un sistema che alimenta se stesso”

A punta il dito contro quella che definisce una strategia inefficace e dispendiosa, Marco Milani, segretario romano del Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) : “Un traffico illecito di rifiuti che costa tantissimo al Comune. I piantonamenti vetrina davanti l’ingresso dei campi nomadi si confermano fallimentari per debellare i fenomeni criminosi. Due o quattro agenti non possono gestire la sicurezza all’interno di villaggi popolati da centinaia di persone, molte con precedenti penali”.

Secondo Milani, le periodiche bonifiche effettuate dalle istituzioni, invece di risolvere il problema, finiscono per alimentarlo, poiché liberano spazio per nuovi sversamenti e si accollano costi pubblici enormi per lo smaltimento di rifiuti anche speciali. “Serve un’inversione di rotta. I gruppi speciali della Polizia Locale devono tornare ai loro compiti originari, invece di essere impiegati in attività di facciata. Così facendo, si evita che l’inefficienza gestionale ricada su pochi agenti impegnati in servizi impropri”.

L’appello dei residenti: “Non possiamo più convivere con l’immondizia”

Intanto, cresce la rabbia tra i cittadini della zona, che da tempo chiedono un intervento urgente delle autorità. La convivenza con rifiuti, fumi tossici e continui roghi è diventata insostenibile, sia dal punto di vista sanitario che sociale. Molti temono per la salute dei bambini e per l’inquinamento delle falde acquifere, già messe a dura prova dallo sversamento incontrollato di sostanze tossiche.

Una bomba ecologica nel cuore di Roma Est

Il caso di via Salviati è l’emblema di una crisi ambientale e sociale che Roma non può più permettersi di ignorare. Il traffico illecito di rifiuti, l’inefficienza delle istituzioni, il degrado urbano e la criminalità diffusa creano un mix esplosivo che mette a dura prova il tessuto urbano della Capitale. Serve un piano straordinario, coordinato e coraggioso, per restituire dignità a un territorio martoriato e sicurezza a chi lo abita.

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