Roma, tre dirigenti del Comune rischiano il processo per la morte di Noemi Carrozza

Noemi Carrozza, l'ex campionessa di Roma

Roma, sette anni dopo il tragico incidente che costò la vita a Noemi Carrozza, giovane promessa del nuoto sincronizzato, la giustizia compie un nuovo passo. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per tre dirigenti del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana (Simu) del Comune di Roma. L’accusa è pesante: omicidio stradale.

La sera del 15 giugno 2018, Noemi, 21 anni, perse il controllo del suo scooter sulla via Cristoforo Colombo e si schiantò contro un albero, un leccio posizionato lungo il margine della carreggiata. Nonostante procedesse a una velocità inferiore al limite consentito, l’impatto fu fatale. Ora, secondo gli inquirenti, quella morte poteva essere evitata.

L’accusa: omicidio stradale per mancata sicurezza

Secondo la ricostruzione della Procura, la giovane sarebbe morta per la mancanza di un guardrail che avrebbe potuto attutire l’urto e salvarle la vita. I tre dirigenti del Simu, oggi imputati, avrebbero dovuto predisporre barriere protettive lungo il tratto della Colombo interessato, ma non lo fecero.

L’inchiesta ha ricostruito come l’assenza di dispositivi di sicurezza abbia reso quel tratto di strada particolarmente pericoloso per motociclisti e automobilisti. Non si tratta di un caso isolato: nel tempo, altre vittime sono state registrate sulla stessa arteria stradale, una delle più trafficate della capitale.

Un lungo iter giudiziario

La richiesta di rinvio a giudizio arriva dopo un iter complesso. Per ben due volte la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, ritenendo non sussistessero elementi sufficienti per procedere contro i funzionari del Campidoglio. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari (Gip) ha respinto entrambe le richieste, accogliendo l’opposizione presentata dai genitori di Noemi, supportati dai loro legali.

La famiglia della giovane atleta non ha mai smesso di chiedere giustizia. Per loro, l’assenza di adeguate misure di sicurezza è stata una causa determinante della tragedia, una negligenza che non può restare impunita.

Verso l’udienza preliminare

Mercoledì si terrà l’udienza preliminare, momento cruciale per il destino dei tre imputati. A dover rispondere di omicidio stradale saranno il direttore del Simu all’epoca dei fatti e due dirigenti apicali del dipartimento. Se il giudice deciderà per il rinvio a giudizio, si aprirà un processo che potrebbe stabilire un precedente importante nella gestione della sicurezza stradale a Roma.

L’esito della vicenda potrebbe avere ripercussioni non solo per i tre dirigenti sotto accusa, ma anche per le future politiche di manutenzione e sicurezza delle strade della capitale. La famiglia Carrozza e tutti coloro che hanno seguito la vicenda attendono con apprensione la decisione del tribunale, sperando che la morte di Noemi possa servire almeno a evitare altre tragedie simili.