Roma, ‘Una piazza per l’Europa’ con i soldi dei romani: “Gualtieri spieghi”

“Una Piazza per l’Europa”, ma a spese dei romani. Il Comune di Roma, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri del PD, ha deciso di mettere in scena un evento che adesso fa discutere. E non per i numeri relativi alle persone realmente scese in piazza. Ma per i costi. Organizzato in Piazza del Popolo, l’appuntamento ha visto la partecipazione di sindaci provenienti da Palermo, Venezia e altre città, trasformando l’iniziativa in un vero e proprio manifesto pro-europeo, al netto di un curioso dettaglio: le istituzioni europee, come il Parlamento e la Commissione, sono rimaste fuori dal cerchio degli invitati. Ironico, se si pensa che l’intera kermesse è stata finanziata a spese dei cittadini romani per circa 270mila euro.
Il paradosso dei fondi pubblici e delle alleanze politiche
Sulla pagina del Comune di Roma appare la foto della manifestazione e, con orgoglio, i dati sull’affluenza. “Migliaia le persone presenti tra semplici cittadini, il mondo dell’associazionismo, le rappresentanze sindacali, personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Moltissimi gli interventi sul palco, dinanzi a una platea unita sotto le bandiere dell’Unione Europea e della Pace”, sciorina chi cura la pagina.

Ma ecco che qualcuno, come Andrea, risponde: “Trovo questo post nella pagina istituzionale di Roma Capitale poco opportuno, essendo di parte. Non è un’iniziativa di solidarietà o di promozione culturale”. E poi Giovanni: “Essere fieri della partecipazione alla manifestazione a favore della guerra è per voi uno dei punti più bassi toccati dal dopoguerra. Conoscendovi non abbiamo dubbi che saprete anche scavare sul fondo”.
Mentre il documento ufficiale, confermato dall’entourage di Gualtieri, sottolinea la regolarità dell’operazione, non sfugge a nessuno il sospetto che dietro l’evento si celi un intricato gioco politico. Una manifestazione, che dovrebbe essere istituzionale e non politica, è stata infatti sposata dal centrosinistra con una retorica così esagerata da sembrare più una strategia per schermare le critiche e forse anche per distogliere l’attenzione dai propri errori. Nel frattempo, chissà se da qualche angolo del panorama politico qualcuno, magari un certo Matteo Salvini, osserva il tutto con un sorriso sarcastico, da “capitano” che, invece di guidare, preferisce criticare ogni mossa degli altri.
E godere delle critiche che arrivano per distogliere così l’attenzione da quelle che piovono su di lui. Come quelle che, proprio oggi, gli arrivano dai ferrovieri, in protesta davanti al Ministero dei Trasporti.
Esposto alla Corte dei Conti
E la vicenda potrebbe finire alla Corte dei Conti, come preannunciato consiglieri della Lega capitolina Fabrizio Santori e Maurizio Politi. “La manifestazione ‘Una Piazza per l’Europa – Tante città, un’unica voce’, presentata come un’iniziativa spontanea e partecipata, si è rivelata, nei fatti, un evento organizzato e pagato con 270.000 € di fondi pubblici direttamente da Roma Capitale: lo conferma la determinazione dirigenziale RH/739/2025, e la verità sta venendo a galla. Una vergogna inaudita che La Lega chiederà di discutere oggi in Aula Giulio Cesare una mozione per avere tutte le necessarie spiegazioni dal sindaco Gualtieri su quanto accaduto, e sta per depositare un esposto alla Corte dei Conti”.
Uno spettacolo per distrarre e dividere
L’iniziativa, oltre a essere finanziata dal bilancio del Campidoglio, si è rivelata un palcoscenico ideale per mescolare simbolismi contraddittori. Da un lato, le bandiere ucraine sventolano con orgoglio. Dall’altro, quelle arcobaleno gridano una resa a Putin. Un contrasto che non lascia indifferenti e fa dubitare dell’autenticità del messaggio proposto. Non a caso, l’evento sembra stato ideato anche per sottrarre terreno a chi avrebbe potuto organizzare una mobilitazione alternativa, come quella tanto minacciata da Giuseppe Conte.
L’intervento degli accademici e la denuncia politica
Ma i romani si consolino, ironicamente parlando. Perché a pagare non sono solo loro, ma anche altri italiani. Il dissenso non si è infatti fermato ai palazzi della Capitale. L’Università di Parma è finita nel mirino di una denuncia congiunta dell’onorevole Gaetana Russo di Fratelli d’Italia e del consigliere regionale Priamo Bocchi. Secondo loro, l’iniziativa — che ha previsto l’organizzazione di un pullman con fondi pubblici per portare studenti e personale all’evento — trasforma un ateneo in un megafono politico, snaturando il suo ruolo di spazio di formazione e confronto libero. Una mossa che, a detta dei critici, rappresenta un uso inopportuno e arbitrario delle risorse pubbliche.
Tra investimenti infrastrutturali e spettacoli politici
Mentre il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, parla di investimenti per piste ciclabili e turismo verde, sorge il dubbio: è davvero così che si deve costruire il futuro di Roma? Oppure, come spesso accade, i fondi pubblici vengono dirottati per alimentare spettacoli politici che, in fin dei conti, lasciano il cittadino con il portafoglio vuoto e una frustrazione sempre più palpabile?
In un’epoca in cui ogni euro dovrebbe essere speso con criterio, Roma si sta trasformando in un palcoscenico dove il vero spettacolo è il continuo alternarsi di retoriche e finanziamenti discutibili. Un teatro dell’assurdo, dove il peso dei costi, ironicamente, è sempre a carico dei romani.