Roma, Villa Ada diventa una regina (e Villa Lais resta Cenerentola)

A Roma c’è una strana regola non scritta: alcune ville storiche vengono restaurate e rese accessibili ai cittadini, altre restano in attesa per anni, con promesse che si accumulano come la polvere sui cantieri fermi.
Prendiamo due esempi: Villa Ada e Villa Lais. Nella prima, il Comune ha appena inaugurato la Chiesetta del Divino Amore, un gioiello storico restaurato con un investimento di 831.187 euro provenienti dal PNRR. L’edificio, ora pronto per ospitare matrimoni civili e riti laici, è stato riportato al suo antico splendore con un attento recupero di affreschi, stucchi e decorazioni. Un successo.

Poi c’è Villa Lais, dove il Casino padronale è chiuso dal 2019 e i fondi per il restauro non si trovano da anni. Lo studio di fattibilità? Fatto. Il progetto? Pronto. I finanziamenti? Spariti nel nulla. E così, mentre da una parte si tagliano nastri, dall’altra si contano gli anni di attesa.
La magia dei fondi PNRR: quando arrivano (e quando no)
Torniamo a Villa Ada, dove l’amministrazione ha saputo cogliere l’opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare il restauro della chiesetta. Un intervento che rientra in un progetto più ampio di riqualificazione del parco, con un investimento complessivo di oltre 14 milioni di euro destinati alla rigenerazione del verde e al recupero degli edifici storici.
Un esempio di buona amministrazione? Certo. Ma allora perché a Villa Lais il Casino padronale è ancora chiuso dopo sei anni?
Già nel 2019, la Sovrintendenza Capitolina aveva segnalato la necessità di un’indagine strutturale sulla villa. Il Municipio VII si era attivato, approvando nel 2022 un piano da quasi 2,8 milioni di euro per la messa in sicurezza e il recupero dell’edificio.
Unico dettaglio: i soldi non sono mai arrivati. Già nel 2022, il Municipio dichiarava di voler chiedere i fondi al Campidoglio. Nel 2025, la richiesta è ancora in attesa, forse sepolta in qualche cassetto di Palazzo Senatorio.
Nel frattempo, l’unico intervento effettuato è stato un blocco d’accesso alle imposte per evitare crolli, giusto per non far cadere pezzi di storia sulla testa dei passanti. Risultato? I giardini di Villa Lais sono aperti, ma il cuore della villa resta sbarrato e inutilizzabile.
La dura vita delle ville storiche: dipende da dove si trovano?
La vicenda ricorda una commedia già vista. Nel 2022, il presidente del Municipio VII, Francesco Laddaga, annunciava con entusiasmo: “Abbiamo approvato lo studio di fattibilità, vogliamo far partire l’intervento il prossimo anno”.
Eppure, il prossimo anno è passato tre volte e l’intervento è ancora un miraggio.
Oggi, l’amministrazione municipale promette di riprovarci: “Purtroppo ad oggi tale consistente intervento non ha trovato capienza nel Bilancio di Roma Capitale, visto un piano investimenti per il Municipio già molto ampio. Proveremo nuovamente nelle prossime sedute di bilancio a trovare i fondi necessari”.
Che tradotto in parole semplici significa: niente soldi, niente lavori, niente riapertura.
A questo punto, viene da chiedersi: Villa Ada ha forse santi più potenti in paradiso? O magari il segreto è avere un parco più grande e più visibile? Perché se si trovano oltre 800mila euro per il restauro di una chiesetta, possibile che non si riescano a trovare 2,8 milioni per un intero edificio storico?
Villa Ada si trasforma, Villa Lais si arrugginisce
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. A Villa Ada, oggi, si possono celebrare matrimoni civili e riti laici in una chiesetta restaurata. A Villa Lais, invece, ci si può solo sedere su una panchina e ammirare da lontano il Casino padronale, chiuso e silenzioso, come un’opera d’arte inaccessibile.
I cittadini del Municipio VII, ormai, ci hanno fatto l’abitudine. Prima le promesse, poi gli annunci sui social, poi il nulla. E se chiedono perché Villa Lais resta abbandonata mentre altrove i lavori vanno avanti, la risposta è sempre la stessa: “Stiamo cercando i fondi”.
Dicono che la speranza sia l’ultima a morire. Ma a Roma, spesso, muore molto prima dell’arrivo dei finanziamenti.