Romanina, sgombero dei 90 “latinos” dall’ex hotel Petra: è il terzo in neanche un mese
E’ in corso lo sgombero di 90 “latinos” dall’ex Hotel Petra occupato da neanche una settimana. Una struttura che si trova alla Romanina, in via Sante Vandi. Nel giro di pochi giorni, un gruppo di circa 90 persone, principalmente di origine latinoamericana, è entrato nell’immobile forzando l’ingresso. Questo gruppo proveniva in parte dall’ex hotel Cinecittà, sgomberato il 24 settembre, e si spostava di volta in volta occupando nuove strutture abbandonate. L’occupazione ha sollevato preoccupazioni tra i residenti della zona, che hanno notato l’arrivo degli occupanti e hanno segnalato il fatto alle autorità, provocando l’intervento delle forze dell’ordine per lo sgombero di oggi.
Il terzo sgombero in meno di un mese
Questa occupazione è solo l’ultimo di una serie di episodi simili, come quello avvenuto presso l’ex centro immigrati di via Silicella. In questi casi, gruppi di persone senza fissa dimora si muovono tra municipi diversi di Roma occupando strutture vuote, spesso in modo organizzato e con l’intenzione di restare.
Operazione scattata all’alba
Le operazioni di sgombero dell’ex Hotel Petra alla Romanina, iniziate da questa mattina all’alba stanno coinvolgendo una task force di agenti della polizia di stato, carabinieri e polizia locale con il concorso anche degli enti assistenziali del Comune di Roma capitale e degli altri attori chiamati a concorrere per il buon esito delle attività. Uno sgombero pianificato dal questore di Roma dove risultano anche non pochi nuclei familiari tra cui donne e minori in condizioni di fragilità, ma soprattutto problematiche sociali legate all’emergenza abitativa e alla gestione degli immobili abbandonati, che spesso diventano rifugio per persone senza casa ma generano tensioni con le comunità locali.
All’interno sono stati censiti 35 soggetti che senza alcuna criticità, e assicurando la massima assistenza alle fasce deboli, sono state accompagnati all’esterno della struttura. L’immobile, una volta liberato, è stato riaffidato alla proprietà che provvederà alla messa in sicurezza. Complessivamente 14 persone sono state accompagnate presso l’ufficio immigrazione per gli approfondimenti di rito sotto il profilo della posizione sul territorio nazionale. Nelle prossime ore continuerà il presidio della zona che interesserà non solo l’immobile sgomberato, ma anche altri edifici in disuso rispetto ai quali gli enti proprietari sono stati sensibilizzati ad adottare misure di tutela passiva finalizzate a scongiurare fenomeni di occupazione senza titolo dei locali stessi.
Legalità e giustizia trionfano grazie al Prefetto
“Lo Stato è presente, interviene e si pone sempre dalla parte dei cittadini che chiedono legalità e sicurezza – dichiara il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, il Senatore Marco Scurria – Ringrazio fortemente il Prefetto Giannini per aver ascoltato le richieste del territorio e per essere intervenuto tempestivamente, attraverso le forze dell’ordine che svolgono ogni giorno un lavoro di vitale importanza. Non abbassiamo la testa davanti all’ illegalità e al disordine. Lo Stato vince ancora una volta, dimostrando che la legalità e la giustizia trionfano sempre”. “L’intervento del Prefetto è stato immediato – aggiunge Cristina De Simone, consigliere di Fratelli d’Italia del VII Municipio di Roma Capitale – Oggi viene riportato un senso di legalità del territorio e sicurezza all’interno della zona. Ringraziamo tutte le istituzioni, soprattutto il lavoro costante degli agenti di polizia e dei carabinieri, una presenza dello Stato necessaria ed importante”.
Applausi anche dai cittadini
“Ancora una volta grazie alle pressioni mosse da comitati, gruppi, associazioni e cittadini residenti, si è ottenuto un risultato – commenta Pamela Di Lorenzo, presidente dell’associazione “Siamo VII” – Resta ferma con le quattro frecce la situazione all’interno del palazzo Selam dove da oltre dieci anni si attende una degna sistemazione per i gruppi di Etiopi, nigeriani, marocchini e nord africani , purtroppo soggetti al racket degli affitti, spaccio e lotte tra clan”.