Romolo e Remo? Leggende. La fondazione di Roma? Avvolta nell’oscurità. Lo racconta “Un solo re”

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Un fondatore di Roma pare che non sia mai esistito. Così come sembra che la Città Eterna non sia sorta sul modello delle colonie greche dell’Italia meridionale. La leggenda che ha accompagnato la sua nascita nasconde, però, forse qualche elemento di verità che si confonde e si perde nel mito. Giulio Castelli, scrittore, saggista e giornalista, parte da questo convinzione, frutto della ricerca storica, per presentare il suo ultimo libro, “Un solo re”, pubblicato da Newton Compton Editori. “Sulla leggenda di Romolo e Remo e della fondazione di Roma – ricorda infatti Castelli nelle note che accompagnano il romanzo – storici e archeologi hanno scritto centinaia di volumi. Su alcuni punti, però, oramai quasi tutti concordano. Si dubita che un fondatore di Roma sia mai esistito”.

Il racconto del mito del fondatore di Roma

Pretesto per immaginare, facendo leva sulla finzione narrativa unita a una solida documentazione, la genesi del mito di re Romolo. Un inizio, “avvolto nell’oscurità”, ambientato a diversi decenni dalla fondazione di Roma quando Romolo decide di dettare le sue memorie alla scriba fenicio muto Himelquart. E’ da qui che si dipana la narrazione. Dall’infanzia del re, vissuta ad Albalonga insieme al fratello Remo, sotto la tutela di del re Numitore. Il quale, in punto di morte, suggerisce ai due fratelli di fondare una nuova città sulla quale regnare insieme. Una missione che raduna, intorno ai due fratelli, un gruppo di giovani pronti a seguirli e a correre il rischio di questa sfida. Roma, dice nel suo libro Castelli, nasce così dalla ricerca di un territorio fertile in cui dare vita a quella che diventerà la Capitale del mondo allora conosciuto.

Il libro prende spunto da alcuni passi della leggenda

“Il racconto – scrive Castelli – prende spunto proprio da alcuni passi della leggenda e vuole ricreare l’atmosfera di quei tempi avvolti nell’oscurità. Quando alcuni pagi presero a unirsi per formare quella che sarebbe stata Roma. La natura dei luoghi, la società, i costumi, l’urbanizzazione arcaica e la guerra sono quelli che storici e archeologi indicano per l’inizio del VII secolo avanti Cristo. Ho infatti ritardato la supposta fondazione di una sessantina di anni, quando il Lazio stava, entrando seppure in modo nebuloso, nella storia. Le vicende narrate sono dunque assolutamente realistiche. Se Romolo fosse vissuto il suo mondo sarebbe stato quello descritto in questo libro”.

L’autore ha scritto diverse opere sull’antica Roma

Il libro di “ambientazione storica” in cui l’autore, che ha già scritto diversi romanzi sulle vicende dell’antica Roma, come “Imperator”, “Gli ultimi fuochi dell’impero romano”, “476 A.D.”, “L’ultimo imperatore”, ripercorre quindi la fondazione di Roma mescolando finzione e realtà. L’artificio narrativo scelto da Castelli pone l’inizio del racconto all’anno XXXVII dalla fondazione di Roma. L’obiettivo di “Un solo re” è quello di illuminare un’epoca lontana, spesso incerta. Permettendo al lettore di “conoscere i comportamenti e i valori uomini e donne di allora. Sentimenti primitivi in una società primordiale paragonabile a quella omerica. Odio e passione. Istinti barbarici di prevaricazione ma anche di giustizia naturale”. Sentimenti e istinti che Castelli ha descritto con mano sicura facendo rivivere il mito fondativo dell’antica Roma.

(Foto: Musei Capitolini)