Salva la piccola volpe intossicata nel rogo di Malagrotta
Era rimasta intossicata nel terribile incendio scoppiato nei giorni scorsi a Malagrotta. Quando le fiamme altissime dopo aver messo fuori uso il termovalorizzatore, hanno anche devastato un ampio tratto di campagna. Si tratta di una piccola volpe, un animaletto selvatico che come tanti popolano l’agro romano. Probabilmente, il cucciolo di volpe era rimasto intrappolato dalle fiamme. Perdendo il contatto con la mamma. Poi per il fumo e il calore, l’anima letto si era sdraiato esanime per terra. Per sua fortuna però, sul posto erano attivati due attivisti di una nota associazione ambientalista. Proprio per controllare lo stato della fauna selvatica dopo il rogo. I due volontari, dopo aver visto il cucciolo di volpe, lo hanno allora cosparso con acqua fredda. Per abbassare la temperatura corporea. E poi hanno anche raffreddato il terreno circostante. Dopo poco, l’animale si è ripreso. Ma la notizia più bella è che nel giro di un paio d’ore, è arrivata una volpe adulta femmina. Certamente la mamma, che si è recata dal cucciolo. E i due si sono felicemente allontanati insieme. Una storia a lieto fine dunque. Ma l’allarme lanciato dai soccorritori non va ignorato. Perché i volontari ce la mettono tutta, ma anche le istituzioni devono fare la loro parte.
Per il cucciolo di volpe storia a lieto fine. Ma resta l’emergenza per la fauna selvatica del Lazio
Stavolta è andata bene, ma il problema del recupero della fauna selvatica resta – commenta polemico il Presidente dell’Associazione AGR Ivan Mazzoni –. Sono anni che chiediamo alla Regione Lazio la realizzazione di un Centro di Recupero per la Fauna Selvatica. La Lipu e il WWF non effettuano recuperi in loco. D’altro canto – suggerisce Mazzoni – le aree dismesse dell’ARSIAL sono in disuso. E si potrebbero utilizzare come centri di primo intervento in collaborazione con le associazioni animaliste”.
La volpe è proprietà dello Stato e quindi ci deve pensare lo Stato, nella fattispecie la Regione. Lo conferma il dott. Umberto Cara, veterinario e responsabile del Centro di Recupero di Fauna Selvatica ‘Il Nostro regno Degli Animali’ sull’Appia Antica . “La Regione Lazio, però, non ha suoi CRFS. Può tuttavia autorizzare dei privati. Al momento a Roma gli autorizzati siamo noi e la Lipu– spiega il noto veterinario. Ma si lavora tutti su un piano di volontariato. Personalmente arrivo dove posso. L’avessero portata da noi, non avremmo saputo dove metterla una volpe poiché siamo al completo”.
La normativa c’è e secondo Cara i centri ci sono. Mancano solo gli Enti pagatori. E la tutela e la cura degli animali selvatici ha dei costi inimmaginabili.
Ancora un problema senza soluzione, insomma. Uno dei tanti. Fortunata la piccola, dunque, che ha ritrovato la sua mamma.