Bacchettoni contro Salvini: faranno Fazio senatore a vita

Salvini Fazio

E che sarà mai se Salvini “saluta” Fazio e la Littizzetto… Ieri si è scatenata una canea incredibile contro il leader della Lega per un tweet assolutamente innocente: “Belli ciao”, ha scritto con tanto di emoticon sorridente.

Non l’avesse mai fatto. I bacchettoni rossi hanno inveito manco avesse bestemmiato. La Rai è Cosa loro e non si tocca, come è noto. In serata è stato però lo stesso Fabio Fazio ad ammetterlo: “In Rai ci sto da quarant’anni”. Può succedere dunque. L’alternativa è nominarlo senatore a vita…

Salvini “saluta” Fazio e si arrabbiano

A Salvini, per l’uscita su Fazio, hanno detto praticamente di tutto, il che lascia intravedere il nervo scoperto. A viale Mazzini e Saxa Rubra vogliono continuare a comandare loro, arrivando a parlare sostanzialmente di attentato alla cultura nazionale.

Per non “attentare” bisogna mantenere alla Rai tutti i parrucconi di regime, persino quando il regime è abbattuto democraticamente dagli elettori.

Se Salvini si è preso quella licenza di sfottò è anche per tanti attacchi subiti dalla trasmissione del servizio pubblico radiotelevisivo, Che tempo che fa. Era sempre tempo rosso contro il leader leghista, bersagliato oltre ogni misura. E nel corso degli anni Salvini si è rifiutato di andare da Fazio: “A Fabio Fazio – ha  detto ai giornalisti il ministro – l’ho detto chiaramente: vengo da te in trasmissione se ti dimezzi lo stipendio. Non mi ha più risposto: si vede che si è offeso”.

La Rai non chiude perché cambia un programma

Al posto di Fazio andrà qualcun altro, magari con un format diverso. La Rai certo non chiude perché cambia un programma. Fuori e dentro l’azienda ci sono risorse culturali infinite, magari non solo provenienti dal bacino della sinistra italiana.

Il cambiamento si dovrà vedere anche dal servizio pubblico, che vive anche del soldi che versiamo col canone, addirittura in bolletta.

Chi mena scandalo oggi appartiene al circuito dei lottizzatori di sempre. Ora si riposi, non è più il suo turno alla catena di comando.