Sangiuliano, ‘addio’ con nomine: 18 consulenti ‘amici’ prima delle dimissioni
L’uscita di scena di Gennaro Sangiuliano dal Ministero della Cultura è segnata da un ultimo atto che non passerà inosservato. Poco prima di lasciare lo sfarzoso ufficio del Collegio Romano, l’ex direttore del TG2 ha firmato un decreto di nomina che porta nella commissione per la selezione dei film sovvenzionati dallo Stato una serie di figure vicine al suo schieramento politico.
Un passaggio strategico: quella commissione gestisce oltre 50 milioni di euro, fondi pubblici destinati a sostenere pellicole considerate meritevoli. Il numero di consulenti nominati è lievitato da 13, durante la gestione Franceschini, fino ai 18 scelti da Gennaro Sangiuliano, che voleva però arrivare addirittura fino a 30.
Dimissioni sì, ma prima le nomine
Tra i nuovi membri spicca il nome di Manuela Maccaroni, avvocata e presidente (a titolo gratuito) dell’Osservatorio per la parità di genere del dicastero, che ora guadagnerà 15.000 euro grazie alla nomina. Maccaroni non è un volto sconosciuto: incontrata da Sangiuliano ai tempi della Rai, rappresenta una delle tante nomine che rientrano nel quadro di rapporti personali e politici che l’ex ministro ha consolidato nel corso del suo mandato.
Un altro nome che desta attenzione è quello di Beatrice Venezi, direttore d’orchestra nota per le sue posizioni vicine all’estrema destra e introdotta nel ministero dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. Per la Venezi, già consulente musicale con un contratto da 30.000 euro annui, si prospettano ulteriori incarichi di prestigio, tra cui la sovrintendenza di teatri lirici come il Massimo di Palermo o la Fenice di Venezia.
Il sistema che premia la fedeltà… politica e territoriale
La gestione di Sangiuliano ha dato forma a un vero e proprio “sistema di nomine” che premia la fedeltà politica e le relazioni territoriali, soprattutto con i campani. È il caso di Silverio Sica, legale dell’allora ministro e fratello di Salvatore Sica, consigliere per il diritto d’autore, o di Giuseppe Cuomo, ex sindaco di Sorrento, che si è dimesso da consigliere per la tutela del paesaggio dopo essere stato collegato a un’impresa con un pregiudicato di camorra.
Tra le altre nomine spiccano anche figure con radici profonde nella destra italiana, come Luciano Schifone, ex eurodeputato di Msi-An e padre della deputata di Fratelli d’Italia Marta Schifone, ed Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica, figlio di un esponente di Avanguardia Nazionale, assolto per la strage di Piazza Fontana.
Ruoli chiave
La strategia di Sangiuliano si è inserita in un quadro di occupazione sistematica dei ruoli chiave nel mondo della cultura. Questa “tribalizzazione” della cultura italiana, come è stata definita da alcuni osservatori, ha sollevato polemiche per la sua evidente matrice politica.
Il nuovo ministro, Alessandro Giuli, ex direttore del Maxxi di Roma, si trova ora a gestire questa eredità ingombrante, mentre l’attenzione si concentra sul futuro della cultura italiana e sul modo in cui le nuove nomine influenzeranno le scelte strategiche del settore. Non sarà facile per Giuli districarsi tra le nomine fatte dal suo predecessore e una gestione che minaccia di proseguire secondo gli stessi canoni, lasciando in sospeso la possibilità di un vero cambio di rotta.
Giuli al posto di Sangiuliano, Docimo (amica dell’ex ministro) al Maxxi
Con Giuli nuovo ministro, restava scoperto il Maxxi. Ed ecco che la “giostra” delle nomine prosegue anche qui. La nomina di Raffaella Docimo alla guida di una delle principali istituzioni culturali della Capitale ha suscitato polemiche per la sua apparente mancanza di competenze nel campo delle arti e della cultura.
Docimo, 65 anni, è infatti una professoressa ordinaria di Odontoiatria pediatrica all’Università di Tor Vergata, con un curriculum legato alla prevenzione odontoiatrica e all’igiene dentale, piuttosto che alle discipline umanistiche. È entrata nel Consiglio di amministrazione del Maxxi nel 2023 grazie alla nomina dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, suo amico di lunga data.
Venezi e Sangiuliano, l’amicizia e le polemiche
Docimo è anche una figura politicamente vicina a Fratelli d’Italia: nel 2019 si era candidata alle elezioni europee nel collegio dell’Italia meridionale, ottenendo 35.000 preferenze, un segno della sua militanza. La sua nomina al Maxxi è stata oggetto di critiche, come evidenziato in un’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle, che sottolineava l’assenza di una formazione in ambito artistico. Tuttavia, il ministro non ha mai risposto a queste obiezioni.
Il nuovo ministro
Ora bisognerà capire cosa vorrà fare il nuovo ministro, Alessandro Giuli. Ma, da quanto trapela, sembrerebbe che non voglia seguire la traccia del suo predecessore. Anzi, che voglia mettere mani a quanto fatto dal suo predecessore e capire se “è tutto a posto”. Ed eventualmente rivedere nomi e nomine, valutando i curriculum e i meriti effettivi.