Sanità, la Corte Conti tira le orecchie a Rocca

Francesco Rocca

«Entro 12 mesi la mia amministrazione azzererà le liste d’attesa». Parole pesanti, una promessa roboante pronunciata poco meno di due anni fa, in campagna elettorale, dall’attuale presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Per verificarne l’attuazione basterebbe una visita negli ambulatori, ma a sottolineare il fallimento della gestione sanitaria del governatore è stato anche il procuratore regionale della Corte dei Conti, Paolo Luigi Rebecchi, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una gestione dinamica del comparto sanitario e delle liste d’attesa. Lo ha fatto durante la sua «requisitoria» incentrata sul rendiconto 2023 della Regione Lazio che ha ottenuto appena la sufficienza, il minimo indispensabile. La Corte dei Conti regionale ha deciso di parificarlo, però, con riserva su ben tre punti. E con un’eccezione. 

Perplessità per le indennità di segreteria e del personale di collaborazione

L’operato della giunta guidata da un anno e mezzo da Francesco Rocca, quindi, non entusiasma, anzi. Per la Corte bisogna da verificare «la parte accantonata del risultato di amministrazione e, in particolare, il fondo passività potenziali destinato alla copertura del fabbisogno sanitario». Desta perplessità anche la gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti, nonché le indennità di segreteria di Giunta e Consiglio, nella misura in cui risultano contabilizzati oneri, per indennità del personale di diretta collaborazione, maggiorati del 30 per cento. L’eccezione, scrivono ancora, riguarda invece l’impiego di fondi del ministero per il servizio sanitario, registrati come «impegni, per un ammontare di 600.321 euro, destinati alla società di consulenza”».

I debiti

Critico sul comparto sanitario e sulle liste d’attesa è anche il procuratore regionale, Rebecchi, che ha voluto lanciare un alert: «La dilatazione dei tempi di attesa non deve diventare uno strumento dissuasivo al ricorso al servizio sanitario pubblico. Sotto questo profilo, va evidenziata la mancata finalizzazione della quota pari allo 0,3 per cento del fondo sanitario indistinto, destinata al recupero delle liste di attesa pari a circa 35 milioni di euro». Infine l’esposizione debitoria complessiva della Regione «al 31 dicembre 2023 risulta pari a 21.938.052.198 euro». Unica nota positiva, comunicata dall’Amministrazione regionale, è che nel 2023 non è stato contratto «nuovo indebitamento».

Gli interventi

L’amministrazione regionale è ora chiamata a intervenire con misure concrete e immediate per rispondere ai bisogni della cittadinanza, salvaguardando la sostenibilità del sistema sanitario pubblico. I 21 miliardi di euro di esposizione debitoria impongono cautela e una gestione oculata delle risorse, affinché la sanità non si trasformi in un sistema sempre più distante dai cittadini. Resta da vedere se, nei mesi a venire, l’amministrazione Rocca riuscirà a invertire la rotta, garantendo una risposta adeguata alle criticità segnalate, per evitare che disservizi e inefficienze compromettano ulteriormente la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni regionali.