Roma, sanità privata in crisi: l’allarme dell’UAP

cuore, medici

La riforma della Sanità, introdotta dal famigerato Nomenclatore, inizia a mostrare i suoi effetti, ma non a favore dei cittadini. Le nuove tariffe di rimborso sanitario in convenzione stanno mettendo in seria difficoltà le strutture sanitarie private, aprendo la porta a possibili speculazioni. Da qualche giorno, infatti, in diverse città italiane sono comparsi strani annunci pubblicitari e post sui social network con offerte di acquisto per laboratori di analisi e diagnostica.

“Stai pensando di vendere il tuo laboratorio analisi o diagnostica? Abbiamo 7 acquirenti nella tua zona”, recita uno dei tanti manifesti affissi a Roma. Lo stesso fenomeno si sta verificando in Puglia, Campania, Basilicata, Molise e Sicilia. Una coincidenza sospetta, che arriva proprio alla vigilia dell’entrata in vigore dei nuovi tariffari, i quali, secondo gli addetti ai lavori, rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore.

L’allarme dell’UAP: speculazioni in atto

L’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (UAP), che rappresenta oltre 27mila strutture in Italia, ha lanciato un allarme sulle conseguenze della riforma. In una nota ufficiale, l’associazione ha denunciato il rischio che gruppi assicurativi e multinazionali sfruttino la crisi per acquisire strutture sanitarie a prezzi stracciati.

“I rimborsi previsti dal Ministero sono del tutto insufficienti a coprire i costi operativi delle strutture”, si legge nel comunicato. “Di conseguenza, molte aziende saranno costrette a vendere e licenziare il personale, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Nessuno sta tutelando l’italianità delle nostre strutture e il rischio è quello di un vero e proprio smantellamento del settore sanitario privato nazionale”.

Effetti sulle cure e sui pazienti

Secondo gli esperti del settore, l’impatto della riforma potrebbe tradursi in un aumento delle liste d’attesa e in una riduzione dell’accesso alle cure per i cittadini. Se le strutture private, che rappresentano una parte significativa dell’offerta sanitaria italiana, dovessero chiudere o ridimensionarsi, il carico di lavoro ricadrebbe interamente sul sistema sanitario pubblico, già sotto pressione.

“Il rischio concreto è che molti cittadini si trovino senza alternative per esami diagnostici e visite specialistiche, con tempi di attesa insostenibili”, avverte l’UAP. “Ci battiamo per modificare questa normativa prima che provochi danni irreparabili”.

La risposta delle istituzioni

Al momento, il Ministero della Salute non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione. Tuttavia, fonti interne assicurano che il governo sta monitorando la situazione e valutando eventuali correttivi alla riforma. Intanto, la preoccupazione tra gli operatori sanitari cresce e il rischio di un’ondata di chiusure nel settore privato diventa sempre più concreto.

Nei prossimi giorni, l’UAP ha annunciato una serie di incontri e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere interventi urgenti. Resta da vedere se le istituzioni saranno disposte a rivedere la normativa prima che il settore sanitario privato venga travolto da una crisi senza precedenti.