Sanremo 2025, esposto di Codacons all’Antitrust: “11 autori avrebbero firmato quasi il 70% delle canzoni in gara”

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L’annuncio della lista degli autori dei brani in gara al Festival di Sanremo 2025 ha sollevato polemiche, portando il Codacons a presentare un esposto all’Antitrust. L’accusa: un’eccessiva concentrazione di brani firmati da pochi autori, che potrebbe danneggiare il mercato discografico italiano, penalizzare altri artisti e ridurre la varietà musicale.

Il Fenomeno della “Casta discografica”

Secondo quanto riportato dal Codacons, 11 autori avrebbero firmato quasi il 70% delle canzoni in gara, con alcuni nomi che spiccano per la loro frequenza. Federica Abbate, ad esempio, risulta autrice di sette brani, tra cui quelli di Fedez, Rose Villain e Clara. Davide Simonetta segue con cinque pezzi, mentre altri autori come Jacopo Ettorre e Davide Petrella ne firmano quattro ciascuno. Questa concentrazione rischia di creare, secondo il Codacons, una sorta di “élite discografica”, ostacolando gli autori emergenti e riducendo le opportunità di accesso a eventi di rilievo come il Festival di Sanremo.

Le Critiche e i rischi

Il Codacons evidenzia due principali problematiche: l’affidamento dei brani a un ristretto gruppo di autori potrebbe portare a un appiattimento dello stile musicale, penalizzando la creatività e la varietà dei brani presentati; la presenza di pochi autori ricorrenti potrebbe configurare una violazione delle norme antitrust, soprattutto considerando i potenziali vantaggi economici legati ai diritti d’autore.

La Rrichiesta all’Antitrust

Per queste ragioni, il Codacons ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiedendo di indagare su eventuali anomalie nel mercato discografico e verificare l’esistenza di cartelli o altre pratiche anti-concorrenziali.

Garantire maggiore trasparenza

Il caso Sanremo 2025 potrebbe rappresentare l’occasione per aprire un dibattito sul funzionamento del settore discografico italiano. Garantire maggiore trasparenza e promuovere una distribuzione più equa delle opportunità artistiche potrebbe non solo favorire la competizione, ma anche arricchire il panorama musicale italiano, restituendo al pubblico una maggiore varietà e qualità artistica.