Saviano insulta ancora Salvini. Ora in Rai valga il metodo Facci: neanche lui può fare servizio pubblico

Roberto Saviano insulta per l’ennesima volta Matteo Salvini, definendolo di nuovo “ministro della mala vita” e criticando le sue parole sulla candidatura dell’attivista Carola Rackete alle Europee. Se alla Rai non ci sono due pesi e due misure, applicando lo stesso metodo del “caso Facci”, è inopportuno affidare un programma allo scrittore. Il servizio pubblico non può essere platea per offendere e vomitare insulti come fa da tempo l’autore di Gomorra. Lo stesso Saviano è infatti atteso a novembre in prima serata su Rai3 con una nuova edizione di Insider, faccia a faccia con il crimine.

Da parte del ministro delle Infrastrutture, la risposta è stata lapidaria.  “Per il signor Saviano io sarei il ‘ministro della Mala Vita’… Altro insulto e altro odio? Altra querela”. Lo scrive su Twitter il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, replica allo scrittore Roberto Saviano.

Ecco che cosa ha scritto Saviano contro Salvini

«Che faccia tosta questo ministro della Mala Vita protetto dai suoi sodali in parla-mento le bande parlamentari che lo difendono sono la forza delle sue menzogne»: così Roberto Saviano nel suo tweet contro Salvini e la Lega.

Forza Italia presenta un’interrogazione

I membri di Forza Italia della Commissione di Vigilanza Rai Maurizio Gasparri, Roberto Rosso, Rita dalla Chiesa e Andrea Orsini, hanno presentato una interrogazione chiedendo “come i vertici della Rai valutino le offese di Saviano ad esponenti politici e se Saviano goda di una sorta di impunità, a differenza di altre persone, che gli consente di offendere le persone e di poter svolgere una funzione importante di conduzione di programmi del servizio pubblico. Oggi, infatti, sul quotidiano ‘Libero‘ il direttore Alessandro Sallusti ha scritto un articolo dal titolo: ‘Quelli che in Rai possono insultare’, nel quale dice tra le altre cose: ‘Siamo contrari a qualsiasi censura perché se la sanzione viene applicata a corrente alternata allora non è più censura, ma diventa arma politica, un’arma impropria”.

Foti (FdI): “Dov’è la sinistra che si indignava per le parole di Facci?”

“Ancora una volta il ‘paladino della giustizia’ Roberto Saviano attacca senza vergogna e gravemente esponenti del centrodestra e del governo Meloni. Definire il ministro Salvini ‘ministro della malavita’ non è ammissibile e rappresenta un chiaro attacco alle Istituzioni. È evidente che uno come lui non possa rappresentare, in alcun modo, il sevizio pubblico, ne tantomeno condurre un programma. Dov’è la sinistra che si indigna e che parla di epurazioni, chiaramente quando non si tratta dei loro amichetti? Ci auguriamo che i vertici Rai riflettano su quanto accaduto, certi in una dura presa di posizione nei confronti di Saviano”. Così in una nota Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. PO