Scandalo al San Raffaele di Velletri: struttura insanabile (e 11 milioni di crediti inesigibili), grovigli tra politica, finanza e sanità

La vicenda della Clinica San Raffaele di Velletri sembra essere destinata a rimanere uno dei nodi più intricati nel panorama della sanità privata italiana. Un tempo fucina di ambizioni imprenditoriali, la clinica, fondata nel 1981 da Antonio Angelucci, è ormai inattiva da 14 anni e si troverebbe al centro di un maxi scandalo finanziario. Secondo le recenti inchieste trasmesse da “Piazza Pulita” su La7, la famiglia Angelucci avrebbe venduto crediti sanitari per circa 45 milioni di euro a fondi d’investimento, ma una parte di questi crediti, stimata intorno a 11 milioni di euro, risulterebbe non esigibile per presunte irregolarità nella gestione della struttura.
In questo scenario, numerose domande rimangono sospese nell’aria. Chi sono gli Angelucci e qual è il retaggio del loro impero nella sanità privata? Quali sarebbero state le modalità di cessione dei crediti e come mai una parte rilevante di essi potrebbe essere considerata invalida? E, cosa ancor più sorprendente, perché la Regione Lazio sembrerebbe aver comunque approvato la funzionalità della clinica, nonostante i ripetuti pronunciamenti della magistratura che mettevano in luce diverse criticità?

Antonio Angelucci: l’imprenditore controverso tra politica, finanza e sanità
Nato nel 1944 a Sante Marie, in provincia dell’Aquila, Antonio Angelucci ha costruito un impero che ha abbracciato diversi settori: dalla sanità privata all’editoria, fino alla politica. Angelucci, eletto per la prima volta a Caro la Camera dei Deputati nel 2008 con il Popolo della Libertà, ha poi aderito a Forza Italia e, più recentemente, alla Lega. La sua figura, definita da alcuni come il “dominus” della sanità privata, è sempre stata al centro di polemiche e sospetti, soprattutto per via dei presunti conflitti di interesse derivanti dalla triplice veste di imprenditore, editore e politico.
La Clinica San Raffaele di Velletri è stata da sempre un simbolo della sua ambizione: lanciata come una struttura all’avanguardia nel settore sanitario, avrebbe rappresentato il fiore all’occhiello del Gruppo San Raffaele. Tuttavia, il tempo ha trasformato questo simbolo in una macchia sul palinsesto della sanità privata. Con la clinica inattiva dal 2011, le recenti operazioni finanziarie che coinvolgerebbero la vendita di crediti sanitari hanno sollevato numerosi dubbi sulla reale gestione e sul valore dei crediti stessi.
Il maxi scandalo dei crediti sanitari: l’ombra degli 11 milioni
Secondo quanto riportato ieri, 27 marzo, dall’inchiesta trasmessa da “Piazza Pulita”, la famiglia Angelucci avrebbe negoziato la vendita di crediti sanitari per un totale di 45 milioni di euro. Ma le indagini suggeriscono che almeno una parte di questi crediti – stimata in circa 11 milioni di euro – potrebbe non essere esigibile a causa di presunte irregolarità riscontrate nella gestione della clinica. Queste operazioni finanziarie sarebbero state condotte con modalità opache, lasciando aperta la questione sull’effettivo valore e sulla legittimità dei crediti ceduti.
“C’è una sentenza del Consiglio di Stato – afferma il giornalista di Piazza Pulita mostrando il documento – sette giorni dopo la firma del primo contratto di vendita la struttura di Velletri viene dichiarata dai giudici illegittima”.
E non solo. Una fonte anonima, che ha preferito rimanere nell’ombra per timore di ritorsioni, avrebbe dichiarato: “Si parlerebbe di un’operazione finanziaria strutturata in maniera complessa, che potrebbe essere stata orchestrata per mascherare delle inefficienze gestionali e delle irregolarità contabili. Gli 11 milioni di euro in crediti non esigibili potrebbero infatti riflettere un valore gonfiato o addirittura una mancanza di effettiva prestazione sanitaria da parte della clinica”.
San Raffaele di Velletri: da polo sanitario a centro dello scandalo
La Clinica San Raffaele di Velletri ha cessato le attività nel 2011. Nel 2009, la Procura di Velletri aveva ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del sistema sanitario del Lazio, sostenendo che tra il 2004 e il 2010 nella clinica di Velletri si sarebbero eseguiti ricoveri fittizi per gonfiare gli utili ai danni del Servizio sanitario nazionale per circa 130 milioni di euro. Ma nel 2019 il tribunale di Roma ha assolto con formula piena Angelucci, il figlio Giampaolo e altri indagati, stabilendo che “il fatto non sussiste”. Successivamente, nel 2021, la Corte dei Conti del Lazio ha assolto la San Raffaele Spa dalle stesse accuse sotto il profilo del danno erariale.
Nonostante le assoluzioni precedenti, ci sono ora nuove polemiche sulla figura di Antonio Angelucci. Secondo l’inchiesta di “Piazza Pulita”, emergerebbero dettagli su presunti tentativi di influenzare decisioni politiche e amministrative riguardanti la sanità nel Lazio. In particolare, si farebbe riferimento a pressioni esercitate per ottenere l’accreditamento di strutture sanitarie private presso il Servizio Sanitario Regionale.
“Quando il bilancio viene gestito come se fosse un gioco di prestigio, i cittadini pagano sempre il prezzo. È curioso che proprio ora, mentre la sanità arranca, si possano approvare operazioni che sembrano premiate da una logica di elargizione di fondi senza alcun controllo, in direzione di strutture private con scandali finanziari come quello della Clinica San Raffaele”, ha commentato il testimone a Piazza Pulita.
Clinica chiusa, ma ci lavorano persone
Anche se la clinica è chiusa da anni, ai microfoni dei giornalisti di La7 testimoni affermano che all’interno ci sarebbero almeno 4 persone che ci lavorano. “Stanno anche facendo dei colloqui di lavoro. Senza contare il depuratore da 500 mila euro, tutti segnali di speranza verso una riapertura”. Eppure al Comune di Velletri non sanno nulla di sanatorie in corso. Anzi, si parla di instabilità delle violazioni urbanistiche.
Per risolvere il mistero sono state rivolte domande al governatore Rocca, chiamato a rispondere di una gestione considerata da molti come caotica e opaca, che ha glissato. “La ricevo in ufficio”. Ma poi non lo ha mai fatto.
Il colpo di scena: 170 posti letto in più
Nonostante l’insanabilità acclarata della struttura di Velletri, che provoca il diniego delle domande in sanatoria, ecco il colpo di scena. Una settimana dopo la sentenza che stralcia i crediti della San Raffaele la Regione approva l’aumento dei posti letto sanitari in tutta la regione. Poteva non rientrarci il San Raffaele, nonostante fosse “insanabile” secondo quanto indicato dal Ministero della Salute? A gennaio la struttura sarebbe riuscita a ottenere la funzionalità per 170 posti, proprio dalla Regione, con la firma di un funzionario scelto da Rocca e che, secondo quanto riportato da La7, sarebbe stato presente alla festa di compleanno di Angelucci.
Quindi quello che la magistratura avrebbe impedito per 14 anni ora la politica lo riuscirebbe a permettere in poco tempo, malgrado, secondo quanto segnala l‘ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato, sembrerebbe manchi il nulla osta di compatibilità ambientale.
L’ira delle opposizioni
E proprio le opposizioni iniziano a farsi sentire su questa vicenda. Come il Pd, che stamattina ha chiesto spiegazioni al Governatore Rocca. “Le rivelazioni sull’ex clinica San Raffaele di Velletri sono gravissime”, sono insorti i consiglieri regionali del Partito Democratico.
“Nonostante ciò, la Regione Lazio avrebbe approvato la funzionalità della clinica, chiusa da 14 anni e oggetto di indagini giudiziarie. Il Gruppo PD del Consiglio regionale del Lazio presenterà un’interrogazione urgente per fare piena luce su questa vicenda e chiede che sia convocato al più presto il consiglio straordinario già richiesto dal PD insieme alle altre forze di opposizione con la presenza del Presidente Rocca. Vogliamo sapere chi ha autorizzato cosa, con quali basi, e se siano stati effettuati controlli sui crediti sanitari. Nella gestione della sanità pubblica pretendiamo assoluta trasparenza”.