Scandalo Bonus Asili Nido della Regione Lazio, la denuncia di un papà giornalista: “Piattaforma inadeguata, 90% delle famiglie a bocca asciutta”

Bonus asili nido Regione Lazio

Un sistema che crolla sotto il peso delle richieste, fondi insufficienti e genitori frustrati. È questa la realtà del bonus asilo nido della Regione Lazio. Quella che doveva essere una misura di sostegno si è trasformata in un gioco al massacro: un click day caotico che ha messo in crisi migliaia di famiglie.

E sulla questione bonus asili nido della Regione Lazio ha voluto portare la sua testimonianza Giorgio Sestili, giornalista e padre di una bambina al terzo anno di asilo nido. Anche lui ieri, come tante altre persone, ha trascorso il pomeriggio davanti al computer per cercare di accedere all’agevolazione. Senza ottenere nulla se non una grossa arrabbiatura per la constatazione di un sistema che non funziona.

“Un pomeriggio perso davanti a un sistema che non funziona”

Alle 15:00 del 26 novembre 2024, la piattaforma E-family avrebbe dovuto aprire le porte alle richieste per il Bonus Nido, un contributo fino a 400 euro al mese. Ma per Sestili, come per tanti altri, l’esperienza si è rivelata una lunga maratona di errori tecnici e disconnessioni forzate.

“Il sito mostrava solo il messaggio ‘Service Unavailable’ e, quando finalmente è ripartito alle 16:30, era lento e instabile,” racconta il giornalista. Verso le 16:30, il sistema ha iniziato a funzionare a singhiozzo, ma la corsa era già serrata. Le domande erano accettate “fino a esaurimento delle risorse disponibili”, e tutti sapevano che i fondi si sarebbero volatilizzati in poche ore. Alla fine, solo pochi fortunati sono riusciti a inviare la richiesta.

Fondi esauriti in poche ore: famiglie escluse, rette alle stelle

Alle 21:30, lo sportello è stato chiuso con il messaggio: “Risorse finanziarie esaurite”. Fine dei giochi per il 90% delle famiglie del Lazio. “È inaccettabile che un contributo fondamentale si trasformi in una lotteria”, prosegue Sestili. “In un paese civile, l’accesso al nido dovrebbe essere gratuito e garantito”.

I numeri parlano chiaro: quest’anno i fondi disponibili sono stati drasticamente ridotti a 4,8 milioni di euro, contro gli 11 milioni dello scorso anno. Una cifra irrisoria per coprire le esigenze delle famiglie di tutto il Lazio, considerando che solo nella città di Roma ci sono oltre 17 mila bambini iscritti ai nidi comunali e convenzionati, per un costo complessivo annuo che supera i 70 milioni di euro.

Un sistema che alimenta le disuguaglianze

Oltre alla riduzione dei fondi, anche il criterio dell’ISEE massimo fissato a 60 mila euro solleva dubbi. “È una soglia troppo alta”, spiega Sestili, “che permette a molte famiglie con redditi medio-alti di accedere al bando, a scapito di chi ha davvero bisogno di sostegno”.

Secondo il giornalista, questa dinamica non fa che aumentare le disuguaglianze, lasciando escluse famiglie con redditi medio-bassi che non possono sostenere rette mensili che spesso superano i 400 euro. “Non possiamo accettare che il diritto all’educazione nella prima infanzia sia ridotto a una questione di fortuna”, conclude Sestili. “La politica deve fare di più per garantire risorse adeguate e un sistema equo”.