Scandalo Ruberti, Gualtieri annuncia Stancanelli nuovo capo di gabinetto

Gualtieri

“Ho chiesto al dottor Alberto Stancanelli, consigliere della Corte dei Conti, di assumere l’incarico di Capo di Gabinetto del Sindaco di Roma Capitale e lo ringrazio per aver accettato la mia proposta. Alberto Stancanelli è un tecnico esperto, che conosce a fondo l’amministrazione di Roma Capitale e con cui ho avuto modo di collaborare in modo eccellente nella sua attuale veste di Capo di Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, e prima della Ministra Paola De Micheli, e anche per questo gli avevo già conferito l’incarico di consulente giuridico del Sindaco. Procederò oggi stesso a richiedere l’autorizzazione al Presidente della Corte dei Conti per rendere formalmente operativo quanto prima il nuovo incarico. Nella sua qualità di consulente giuridico del Sindaco, nelle more della formale autorizzazione da parte della Corte dei Conti per il nuovo incarico, il Consigliere Stancanelli avrà una prima riunione di lavoro con il vicecapo di Gabinetto vicario De Bernardini già domani pomeriggio. Ringrazio ancora Albino Ruberti per lo straordinario lavoro svolto in questi mesi”. Così in una nota il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.  

Il curriculum di Alberto Stancanelli e le ironie di Dago: “Il fallimento è il mio mestiere”

A proposito di Stancanelli, un ritratto particolare era uscito negli anni scorso sui quotidiani. Secondo Dagospia, l’allora ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli “era accusata di essere succube del suo capo di gabinetto Alberto Stancanelli e del suo advisor, l’immarcescibile Mauro Moretti, ex Ferrovie, ex Finmeccanica”. Sulle loro spalle però la responsabilità di non aver chiuso la partita Autostrade: “A più di due anni dalla tragedia del ponte di Genova, invece di negoziare subito con i Benetton quando erano debolissimi – suggeriva Dagospia -, hanno dato loro tempo per mettere in moto studi legali e ora la celeberrima ‘revoca della concessione’ è finita impantanata a Bruxelles”, addirittura con un rischio di procedura d’infrazione contro lo Stato italiano”.