‘Schiaffo’ di Gualtieri al M5S: via al cantiere del nuovo Palazzo dello Sport di Roma-nord da 17,5 milioni

Da sinistra, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l'ecomostro di Labaro - Colli D'Oro, l'eurodeputato Dario Tamburrano

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Sembra un vero e proprio ‘schiaffo‘, ovviamente in senso squisitamente politico, quello che il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha rifilato al Movimento 5 Stelle, tra l’altro non locale, ma europeo, il via libera al nuovo maxi Palazzo dello Sport da circa 17,5 milioni di euro di fondi europei PNRR varato dalla Giunta Gualtieri lo scorso 24 gennaio con la deliberazione n. 1975: il nuovo impianto sportivo sorgerà entro un paio di anni a Colli D’Oro, zona Labaro, area nord della capitale.

Lo schiaffo di Gualtieri ai vertici europei del M5S

A fine dicembre, difatti, i vertici europei del Movimento 5 Stelle, in particolare gli eurodeputati Dario Tamburrano e la sportiva Carolina Morace, avevano imposto una sorta di alt al progetto stesso. Presentando una interrogazione scritta al Parlamento Europeo con la quale chiedevano se il progetto fosse o meno conforme alle linee guida del regolamento UE. In buona sostanza, sull’area di cantiere interna al parco locale, abbandonata da oltre un decennio, esiste un ecomostro in attesa di essere abbattuto. Ma il nuovo progetto del ‘duo’ Gualtieri-Onorato, per il 5 Stelle, avrebbe diverse e gravi lacune.

Eppure senza nemmeno attendere la risposta UE – almeno da quanto a nostra conoscenza – è arrivato il via ‘libera-forzato’ di Gualtieri e company al progetto osteggiato proprio dai vertici europei M5S. Quella di Gualtieri e Onorato è un ‘mossapolitica che rischia di compromettere definitivamente i già delicatissimi equilibri politici tra il PD romano e i 5 Stelle, oltre a calpestare la linea politica di ‘pace ad ogni costo’ PD-M5S varata dalla segretaria nazionale dem Elly Schlein.

Roma nord: via al cantiere del nuovo Palazzo dello Sport di Colli D’Oro

L’area di Colli d’Oro, tra via Valbondione e largo Povoletto, porta da anni i segni di un cantiere mai completato, come appena accennato. Nel 2006 erano iniziati i lavori per la costruzione di un impianto sportivo affidato alla società S.S.D. Lazio Pallavolo.

Ma il progetto si era arenato a causa di gravi inadempienze contrattuali. La concessione era stata revocata e l’area era tornata nelle mani del Comune nel 2018, senza però che venisse trovata una soluzione immediata. Nel frattempo, lo scheletro incompiuto dell’ecomostro è rimasto a deturpare il parco, diventando simbolo di degrado e abbandono. Ora, però, Gualtieri e company hanno varato l’ultimo e definitivo via libera al progetto che comporta l’avvio, a breve, anche del cantiere.

Le perplessità di comitati e cittadini di Roma nord

Il Movimento 5 Stelle ha espresso forti perplessità sul progetto di Gualtieri e Onorato riprendendo tutti i dubbi espressi anche pubblicamente dai comitati locali. “E’ difficile per noi – spiegano i cittadini – considerare come riqualificazione una operazione sistematica di abbattimento di alberature iniziata dentro il parco pubblico già nel lontano 2012 con il taglio di ben 48 alberi ad alto fusto.

Non solo per noi che siamo un comitato di scopo al cui interno sono espresse posizioni personali politiche diverse tra loro ma unite da una comune sensibilità ambientale, ma anche per tutti coloro che non siano accecati dalla contrapposizione politica a tutti i costi.

I dubbi del M5S e dei cittadini di Roma nord

Come è difficile considerare – continua una nota dei cittadini – come opera di riqualificazione del territorio la tombatura di un fosso delle acque di risulta della zona per circa 100 metri per costruirci sopra uno skate-park. O come previsto nel neo-progetto comunale del 2022, spostarlo per costruirlo sotto le finestre di una scuola materna e di un asilo nido.
Altrettanto difficile ritenere riqualificazione la costruzione all’interno del parco di decine di posti auto e di pullman di “pertinenza”. O lo smantellamento, anch’esso previsto nel 2022, di una zona area giochi per anziani e famiglie con bambini per sostituirla con delle minipiste di atletica per provare le partenze dai blocchi. Una vera priorità per i cittadini del quartiere.

A Labaro – Prima Porta ci sono già 11 impianti sportivi

Gli impianti sportivi a Labaro e a Prima Porta non mancano – spiegano i cittadini – se ne possono contare ben 11. Sono privati ma una mirata politica di convenzioni comunali o municipali permetterebbe il loro utilizzo alla cittadinanza alle stesse tariffe pubbliche propagandate dall’assessore allo sport del Comune di Roma per il palazzetto dello sport e per gli altri impianti comunali previsti dentro il parco Colli d’Oro.

Il Comitato Colli d’Oro ha sempre dichiarato che risolvere il problema della “…carenza cronica di impianti sportivi per le categorie minori…” è giusto e nobile. Non siamo mai stati contrari a questo. Siamo stati sempre contrari e sempre lo saremo che questa nobile intenzione si attui costruendo una cittadella dello sport nel luogo sbagliato, ovvero dentro il più bello e il più grande parco di Labaro e Prima Porta”.

I 17,5 milioni si potevano usare per fare altro?

Inoltre, imputare al Comitato Colli d’Oro la possibilità di far perdere i finanziamenti del PNRR significa deformare le nostre reali volontà e sovrastimarne le capacità.
I finanziamenti del PNRR (dei quali i cittadini italiani dovranno rimborsarne circa il 65%) si possono perdere quando sono indirizzati verso dei progetti che non rispondono alle linee guida dei vari “cluster” che il Fondo Next Generation EU prevede. Come i casi degli stadi di Firenze e di Venezia, che hanno fatto perdere ai capoluoghi in questione (e all’Italia) la somma complessiva di circa 200 milioni di euro.

Il ruolo di Carolina Morace

Ed è proprio perché una sportiva come Carolina Morace, indiscussa campionessa e protagonista dello sport femminile italiano, abbia chiesto delucidazioni sul rispetto delle linee guida della UE in materia di tutela degli spazi verdi definiti dai parametri europei del DNSH (Do Not Significant Harm), avrebbe dovuto far comprendere ai critici estensori del comunicato stampa che il problema non è la costruzione di impianti sportivi in sé, bensì il consumo di suolo all’interno di un parco pubblico – concludono i cittadini – quando in tempi di crisi climatica questa noncuranza non ce la possiamo più permettere”. Nonostante le obiezioni, il progetto va avanti e si prevede che i lavori vengano completati nel giro di due anni.