Scienziati, l’aria condizionata provoca il coronavirus. Anzi no

Aria condizionata

Dice Carlo Calenda, leader di “Azione”: “Io non riesco mai a capire se sono cose accertate o ipotesi. E siccome da qui a qualche settimana accenderemo in molti l’aria condizionata, bisognerebbe accertarlo. Possibilmente prima di diffondere ulteriore panico“. Applausi. Ci associamo.

Ogni giorno una sorpresa, più o meno amara. Alle porte della stagione calda arriva la doccia fredda, di quelle antipatiche. È successo ieri sera, a Di Martedì di Giovanni Floris, con la virologa Ilaria Capua che ci ha stremato: “Invito a fare una riflessione. Ogni anno succede che i centri commerciali diventino un rifugio per gli anziani che non hanno l’aria condizionata a casa. Sarebbe opportuno che si riflettesse su cosa può succedere quest’estate se dovesse arrivare un momento di grande caldo, perché sappiamo che l’aria condizionata può veicolare il virus”.

Colpa dell’aria condizionata…

Ecco, ci mancava anche questa notizia. Immancabilmente esplode il dibattito. Eccone un altro.

“E’ fuor di dubbio che l’aria condizionata in casa non possa avere alcun effetto sulla trasmissione.
I problemi potrebbero essere i flussi d’aria che vengono creati dai condizionatori perché potrebbero spostare le famose goccioline che contengono il virus molto più lontano dal famoso metro di distanziamento. Dipende dunque se l’aria condizionatacrea dei flussi”. Così Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, responsabile Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia, ospite della trasmissione ‘Circo Massimo’ su Radio Capital.

No, è colpa del calore

Quanto a possibili misure restrittive sull’utilizzo degli impianti di condizionamento, Lopalco risponde: “credo che un colpo di calore potrebbe fare più danno”.

Ma che cosa deve pensare il cittadino comune se una virologa dice che i rischi vengono dall’aria fredda e l’epidemiologo dal calore?