Sciopero delle guardie giurate, turni massacranti e poche garanzie

Scenderanno in piazza Santi Apostoli il prossimo martedì 8 febbraio, dalle ore 10. Si tratta delle guardie giurate non armate, aderenti alla Cosmopol, Poliziotto notturno e Ivu. Che prestano servizio nelle portinerie di grandi enti pubblici, come l’Eni, l’Acea, Enea Sogei e l’Universita’ La Sapienza di Roma. Ma anche presso monumenti storici come il Colosseo. E che scendono in sciopero per i turni massacranti ai quali sarebbero sottoposti i lavoratori, fino a 48 ore settimanali. E per il mancato versamento da parte delle aziende di riferimento dei contributi per la pensione integrativa, per le tante ferie arretrate e non godute. E per molti altri aspetti contenuti nel contratto di categoria, che i sindacati promotori dello sciopero hanno puntualmente analizzato.

Una mobilitazione indetta “per chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori, contenuti in precisi accordi sottoscritti dalle aziende stesse” – come scrivono in una nota congiunta Filcams Cgil Roma Lazio, Fisascat-Cisl Roma Capitale e Rieti e Uiltucs Roma e Lazio.

I sindacati, lo sciopero per chiedere il rispetto delle norme contrattuali

I sindacati chiedono la corretta applicazione delle regole contrattuali per persone operative in un comparto ad alto rischio. Tanti i punti sotto accusa. Il mancato versamento dei contributi destinati alla pensione integrativa ad esempio. Ma anche la mancata erogazione dell’assegno familiare agli aventi diritto, la mancata iscrizione dei lavoratori al fondo di assistenza sanitaria integrativa. “A ciò si aggiungono altri elementi. Quali il mancato riconoscimento degli scatti di anzianità, dei livelli di inquadramento corretti in relazione alla professionalità e dell’ad personam a chi ne ha diritto”- scrivono le organizzazioni sindacali. Sottolineando come ai lavoratori non sia nemmeno erogato il rimborso relativo alle esercitazioni obbligatorie al poligono di tiro, al rinnovo dei titoli e alle visite mediche.

“Sotto il profilo normativo – dicono – ci troviamo di fronte a turni di lavoro che, compresa la prestazione straordinaria, superano le 48 ore settimanali. Alla mancata erogazione dei permessi maturati e non goduti degli anni precedenti e all’alto residuo di ferie degli anni precedenti”.

Le ragioni della protesta

“Chiediamo che si ritorni a un totale rispetto delle regole su un settore molto delicato, in cui i lavoratori sono in droga sulla norma relativa all’orario di lavoro. E’ necessario – ha commentato Paolo Le Foche, segretario Fisascat Cisl Roma – che la contrattazione sia rispettata integralmente. Particolare attenzione merita la cessione del quinto che rischia di far passare i lavoratori come cattivi pagatori con tutte le conseguenze che ne derivano. Rilevante è anche la parte sanitaria e l’accesso al welfare previsto dal contratto nazionale. C’è poi una pressione forte sulla prestazione straordinaria alla quale i lavoratori sono quasi costretti con relativo stress psico-fisico e limiti alla vita privata”. Lo sottolinea anche Stefano Rosignoli, funzionario Uiltucs Roma e Lazio.  “Oltre alle rivendicazioni generali, di carattere economico e contrattuale, c’è l’aspetto dello stress psico-fisico al quale sono sottoposti i lavoratori che non va sottovalutato. Alcuni di loro – riporta – sono costretti a turni giornalieri superiori alle dodici ore, turni comunicati anche un giorno per l’altro. Tutto questo dai contratti non è previsto”. Da qui lo sciopero degli addetti alla vigilanza armata e servizi fiduciari di alcune realtà romane.

“Riteniamo inaccettabile che in un comparto così importante come quello della vigilanza privata, dove gli elevati rischi dell’attività specifica ricadono solo sui lavoratori, questi istituti – attacca Fabio Pesoli, funzionario Filcams Cgil Roma Lazio – si arricchiscano non rispettando le norme di riferimento”.