Scuola Marone a Pomezia, i genitori lanciano (di nuovo) l’allarme sicurezza: “Antenna vicina, pericolo amianto e incendi”
A distanza di oltre un mese dal trasferimento della scuola Marone nella nuova sede scolastica di via dei Castelli Romani a Pomezia, l’arch. Massimo Andreoli, Rappresentante dei Genitori nel Consiglio di Istituto dell’IC di via della Tecnica 3, fa il punto della situazione relativamente alla sicurezza degli studenti.
Sicurezza antincendio
“Riguardo alla sicurezza antincendio, purtroppo, non ci sono buone notizie. Le preoccupazioni che avevamo espresso noi genitori in diversi esposti sembra abbiano trovato riscontro negli accertamenti eseguiti dagli Ispettori dei Vigili del Fuoco. Abbiamo infatti notizia che sia stato effettuato un sopralluogo di verifica il 18 ottobre, durante il quale sono emerse importanti difformità per le quali è stato necessario riprendere i lavori di adeguamento antincendio, che sono tutt’ora in corso. Tutto ciò malgrado il Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pomezia, con apposita Segnalazione Certificata di Inizio Attività protocollata presso i VVF l’11 settembre, avesse dichiarato la totale conformità dell’edificio scolastico alla normativa antincendio”, spiega Andreoli.
4 esposti
I rilievi che l’architetto ha rappresentato ai VVF in ben 4 esposti, scaturiti dalle evidenze rilevate sul posto e confermati dall’analisi della documentazione acquisita con regolare accesso agli atti, riguardano i seguenti aspetti principali:
- La reazione al fuoco della pavimentazione lungo le vie di esodo non sembra essere certificata come previsto dalla normativa antincendio.
- La resistenza al fuoco della struttura portante non sembra essere certificata come previsto dalla normativa antincendio.
- La comunicazione con la palestra del piano primo, non avendo alcuna giustificazione di carattere funzionale, non sembra essere compatibile con l’attività scuola, secondo quanto previsto dalla normativa antincendio.
- Molte delle compartimentazioni antincendio, per come realizzate, non sembrano essere efficaci ai fini della resistenza al fuoco compromettendo così la sicurezza delle scale e degli spazi calmi, nei quali peraltro dovrebbero stazionare i soggetti con difficoltà di deambulazione in attesa dei soccorsi.
- I filtri di separazione con la palestra al piano primo, in corrispondenza di alcune scale comuni, non sono mai stati realizzati, anche se ne è stata dichiarata la presenza.
- L’impianto idrico antincendio non sembra dotato della prevista certificazione che ne possa certificare il corretto funzionamento così come previsto dalla normativa antincendio. Inoltre non è dato di sapere dove sia posizionata la centrale idrica antincendio. E la relativa riserva idrica e i quattro idranti UNI 70, previsti dal progetto antincendio all’esterno dell’edificio ad uso eventuale delle squadre di soccorso, dichiarati presenti e funzionanti dal Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pomezia, nella realtà non esistono.
Dov’è il certificato prevenzione incendi?
Si tratta, spiega Andreoli, di aspetti sostanziali e non marginali. Tutti elementi che incidono sulla sicurezza della scuola e degli occupanti dell’edificio. E che, se riscontrati, impediscono il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) da parte dei VVF.
Della ripresa dei lavori di adeguamento antincendio ne ha dato conferma anche il Dirigente Scolastico nel recente Consiglio di Istituto che si è tenuto il 22 ottobre. Lo stesso Dirigente che a luglio aveva dichiarato al Consiglio di Istituto (verbale CDI n. 8 dell’8 luglio 2024): “che se gli verrà consegnato il CPI ed un Verbale di consegna dove viene garantita l’agibilità della struttura di Via dei Castelli Romani 2, accetterà il trasferimento”.
E ancora, nel successivo Consiglio di Istituto del 9 settembre 2024 (verbale CDI n. 9 del 9 settembre 2024), cioè pochi giorni prima dell’inizio delle lezioni, il DS faceva verbalizzare quanto segue:
“I documenti in possesso del DS COLUCCI al momento della stesura del presente verbale sono: Planimetria, SCIA, CPI (Certificato Prevenzione Incendi) dei V.V.F. già approvato con una prescrizione importante su cui sta già lavorando l’RSPP, il quale ha preparato un documento di coordinamento con le altre attività presenti nello stabile“.
( i verbali sono consultabili all’indirizzo https://www.icviadellatecnica.edu.it/albo-online/ )
“In realtà – afferma Andreoli – il CPI non è mai stato emesso dai VVF, proprio per le difformità riscontrate in sede di sopralluogo. Malgrado ciò il Dirigente Scolastico ha autorizzato il trasferimento della Scuola PV Marone. A tal proposito vorrei sottolineare che la SCIA è un atto unilaterale e non costituisce approvazione da parte dei VVF. Solo il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) certifica il benestare dei VVF”.
Amianto nell’edificio
“La non conformità antincendio è oltremodo aggravata dalle notizie circa la probabile presenza di amianto nella pavimentazione all’interno dell’edificio. È infatti del tutto evidente che nel caso di incendio eventuali fibre di amianto sarebbero liberate in numero consistente in aria con conseguenze facilmente intuibili per gli occupanti che si troverebbero in fase di evacuazione”, prosegue il rappresentante dei genitori.
“La questione dell’amianto è stata una rivelazione improvvisa e indesiderata, soprattutto per quanto riguarda le modalità con cui la Comunità Scolastica ne è venuta a conoscenza. Da testimonianze raccolte si è appreso che già nel 2008 il tema della presenza di amianto nell’edificio di via dei Castelli Romani 2 era oggetto di contestazioni da parte dei dipendenti della Selex galileo ex gruppo Finmeccanica. Evidentemente da allora nulla è stato fatto per risolvere il problema. Tant’è che a maggio 2024, cioè poco prima dell’inizio dei lavori di adeguamento dell’edificio, la proprietà dell’immobile ha commissionato un campionamento per la verifica di eventuali fibre di amianto aerodisperse all’interno dei corridoi del piano secondo e terzo. Identico campionamento è stato eseguito a settembre, con risultati pervenuti però solo il 20 settembre, cioè 4 giorni dopo l’ingresso degli studenti. È stato quindi consentito l’accesso nella nuova sede senza aver avuto la certezza che i lavori svolti nell’edificio nei mesi immediatamente precedenti non avessero liberato fibre di amianto nell’aria”.
Mancato controllo preliminare
“Questo mancato preliminare controllo – tuona Andreoli – per noi genitori è inaccettabile, come è inaccettabile il ritardo nell’informativa riguardo alla probabile presenza di amianto nell’edificio, circostanza nota certamente al Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pomezia il quale, con riferimento al sopramenzionato campionamento, nel verbale di consegna dei locali al Dirigente Scolastico dell’11 settembre scrive: “…, si prende atto delle analisi preventive effettuate dalla proprietà e comunicate con la nota prot. N. 69706 del 04/07/2024, e quindi dell’avvenuto incapsulamento del pavimento del piano secondo con un pavimento in laminato plastico”. In altre parole, l’Amministrazione Comunale sapeva già dal 4 luglio 2024 che la pavimentazione presente nell’edificio poteva contenere amianto per il quale era in atto un monitoraggio e per il quale era stato addirittura eseguito un “incapsulamento” (processo di confinamento di materiali contenenti amianto). Ma si è guardata bene dal darne notizia alle famiglie. Se informate, magari potevano scegliere di iscrivere i propri figli in altri istituti scolastici, dove il rischio amianto non è presente.
Questione nota
L’argomento era già stato posto all’attenzione del Dirigente Scolastico da Andreoli ad agosto, come da verbale del Consiglio di Istituto n. 9 del 9 settembre 2024:
“Durante il precedente CDI del giorno 8 luglio 2024, il Consigliere Andreoli segnalava la possibile presenza di amianto all’interno della colla per far aderire il Linoleum utilizzato al piano 3°, poiché tale pratica era abbastanza diffusa negli anni a cui risale l’edificio.
Per questa ragione il DS Colucci ha richiesto documentazione in merito alla verifica amianto con particolare urgenza. L’amministrazione comunale ha fornito il referto di analisi relativo al maggio 2024 dal quale non si rileva dispersione di amianto negli ambienti”.
Quindi anche il Dirigente Scolastico prima dell’inizio dell’Anno Scolastico sapeva della presenza del rischio amianto. “Eppure – sottolinea Andreoli -ha deciso di darne comunicazione alle famiglie solo il 3 ottobre, cioè molto tempo dopo l’inizio delle lezioni”.
Antenna radiotelefonica a distanza ravvicinata
Un altro problema riguarda la presenza di un’antenna di radiotrasmissione. Si trova ad appena 80 metri dalla scuola, quindi meno dei 100 metri previsti dal Regolamento Comunale.
“Anche questa questione è stata da me segnalata al Dirigente Scolastico, senza ottenere però risposte rassicuranti”, spiega Andreoli. La questione è stata comunque approfondita, determinando l’area di influenza dell’antenna.
“Dai risultati – spiega l’architetto – si evidenziano 16 classi ricomprese nella fascia a distanza minore di 100 metri”. Ecco quali sono. Al piano secondo: Classe 1L; Classe 1M; Classe 2M; Classe 2H; Classe 1H; Classe 1F; Classe 1E; Classe 2E; Classe 2F. Al piano terzo: Classe 3E; Classe 3H; Classe 3B; Classe 3C; Classe 3A; Classe 3I; Classe 3N.
Se si considera una classe media di 23 alunni, risultano circa 368 Studenti eventualmente esposti ad un possibile rischio elettromagnetico.
“Visto il silenzio istituzionale – spiega Andreoli – ho inviato specifica comunicazione alla ASL e all’ARPA Lazio per richiedere gli opportuni interventi di misura strumentale. L’ARPA Lazio ha risposto dando piena disponibilità e che la misurazione è totalmente gratuita e viene effettuata quasi immediatamente, ma la richiesta deve pervenire dalla scuola, dal Comune o dal Proprietario dell’immobile, i quali possono consentire l’accesso al tecnico con la strumentazione di misura. Noi sappiamo che recentemente il livello di radiazioni accettabile è stato innalzato dalla normativa a 15 V/m, ma ciò non riduce il rischio reale e in ogni caso non esime chi di dovere a compiere gli accertamenti dovuti, soprattutto se ci si trova in condizioni difformi da quanto prevede un Regolamento Comunale. Restiamo quindi in attesa di comunicazioni rassicuranti”.
Sicurezza strutturale
Per finire resta l’incognita sulle reali condizioni di sicurezza strutturale per le quali, ad oggi, non sono presenti agli atti documenti comprovanti l’idoneità dell’edificio scolastico rispetto alla normativa antisismica che vige attualmente sul territorio di Pomezia.
L’unico documento disponibile è un collaudo statico risalente al 1972 il quale non può in nessuna maniera garantire la sicurezza nelle condizioni in cui si trova attualmente lo stabile.
“Noi genitori – dichiara Andreoli – abbiamo richiesto fin dall’inizio che venisse effettuata almeno la Verifica Tecnica prevista e resa obbligatoria dall’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 da cui si può dedurre il coefficiente di sicurezza dello stabile che può variare da 0 ad 1. Tale verifica non è mai stata eseguita, per esplicita dichiarazione del Dirigente tecnico del Comune di Pomezia, malgrado sia, ripeto, obbligatoria per legge.
C’è quindi da parte nostra una forte preoccupazione perché, secondo nostri approfondimenti, è molto probabile che questa Verifica Tecnica possa evidenziare un coefficiente di sicurezza molto basso, equiparabile a quello che è stato determinato per la precedente sede di via della Tecnica 3 e cioè pari a 0,12 a fronte di un indice minimo previsto per gli edifici scolastici fissato dalla normativa NTC2018 pari a 0,8. Anche in questo caso è stato palesemente violato il diritto delle famiglie di sapere il livello di rischio a cui vengono esposti i propri figli”.
Edificio non idoneo?
Le conclusioni del rappresentante dei genitori sono drastiche. “Tutti questi motivi inducono a pensare che l’edificio di via dei Castelli Romani 2 non sia idoneo per accogliere una scuola con oltre 750 studenti. Potremmo aggiungere altre note che riguardano ad esempio la presenza di muffa ben evidente sul corridoio davanti alla sala professori. O del forte odore di fritto che sale dal cucinotto del supermercato al piano terra. Ed entra dalle finestre delle aule soprastanti costringendo i docenti a chiusure forzate. O della presenza al piano terra all’esterno tra le due scale di accesso della scuola di un’area deposito. C’è depositato di tutto e tutto ben in vista dalle aule della scuola. Ma potremmo continuare ancora per molto”.