Scuola nel caos, scioperi e proteste. E vedremo tra due settimane…
Scuola ancora nel caos. “Oggi sono rientrati in presenza gli studenti delle scuole superiori di alcune regioni. È un punto di partenza e come tale lo dobbiamo leggere sapendo bene che, fino alla fine della pandemia, dovremo essere tutti attenti all’evolversi dei vari contesti e adattarci di conseguenza.” Lo afferma il Presidente Nazionale dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, commentando il rientro in presenza degli studenti delle superiori di Lazio, Molise, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna. Secondo Giannelli “Screening e rilevazioni devono diventare prassi quotidiane e guidare decisioni e interventi mirati sia in ambito organizzativo che formativo. È infatti necessario valutare le carenze formative e lavorare per recuperarle, sapendo che la povertà educativa colpisce maggiormente gli studenti delle fasce sociali più deboli.
Scuola, i presidi preoccupati
Il contrasto alla povertà educativa, la campagna vaccinale per il personale e per gli studenti e la riorganizzazione del trasporto pubblico sono i tre aspetti più rilevanti del momento”. “Credo – conclude Giannelli – che le manifestazioni e le proteste cui assistiamo siano un sintomo delle preoccupazioni e delle paure che attraversano studenti e famiglie. Gli ultimi giorni sono stati particolarmente convulsi con notizie contraddittorie che si rincorrevano. Le decisioni politiche devono essere prudenti e basarsi su dati scientifici certi che ragazzi, famiglie e personale della scuola devono conoscere per poterle comprendere e accogliere.”
Gli studenti: dimenticato il nostro futuro
E le proteste davvero non mancano. “Sono passati 11 mesi da marzo 2020 e la prima chiusura delle scuole, 11 mesi di incertezze e inefficacia da parte di un ministero che l’ennesima volta non rispetta le promesse di riapertura e dimentica il futuro degli studenti, giustificandosi e giocando allo scaricabarile con le regioni sulle responsabilità rispetto alla riapertura in sicurezza e il rientro”. Lo afferma Luca Redolfi dell’Unione degli studenti chedendo: “Il cts dichiara che le scuole non sono luoghi di contagio, e allora perché non si riapre?”. ” L’edilizia leggera e scolastica in generale dopo 11 mesi – sottolinea – rimane un problema irrisolto, i banchi a rotelle non hanno ridimensionato le classi pollaio. Le scelte sul trasporto pubblico non garantiscono a tutti di poter raggiungere le scuole in maniera autonoma, sicura, garantita e gratuita.”
La Lega: rispetto a ottobre nulla è cambiato
“Decisamente critica la Lega. “Altro che apertura, oggi 18 gennaio, anche a Roma e nel Lazio, è stato il giorno del fallimento del governo Conte e della ministra Azzolina. Studenti in sciopero, professori condannati a restare precari, nessuna certezza su tamponi rapidi, termo-scanner e impianti di aerazione. Per non parlare del trasporto pubblico: a cosa sono serviti i tanti tavoli organizzati dall’assessore Di Berardino? Dove stanno i famosi verificatori preposti a impedire l’affollamento? E le 1500 corse in più promesse dall’Atac? Ciò che più amareggia è che rispetto all’apertura di ottobre, nulla è cambiato. E, emergenza nell’emergenza: i disabili. Sono stati lasciati soli. Per loro niente docenti di sostegno e dad che non funziona. Sono indignata come politica e come medico”. Lo dice Simona Baldassarre, europarlamentare leghista.