Sempre più complicato, burocrazia da coronavirus

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È sempre più complicato muoversi e stare al passo con le regole cervellotiche della nostra burocrazia. E Roma non fa eccezione. Giusto prendere misure severissime con chi ancora se ne va in giro come se nulla fosse. Incoscienti, che gettano al vento il sacrificio di migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari che stanno in prima linea contro l’epidemia. Ma per chi ha vere necessità di lavoro o di famiglia, lo stato deve cercare di essere vicino. Non aggiungere stress ad altro stress. Permettere per esempio di scaricare i nuovi moduli per l’auto certificazione direttamente sullo smartphone. Che a differenza delle stampanti ormai in famiglia abbiamo tutti. Invece niente. Arriva la direttiva del Ministero dell’Interno. Niente app, l’autocertificazione deve essere fatta solo su cartaceo. Altrimenti la Polizia non può controfirmare. E non può tracciare eventuali recidive. Ma chi la stampante in casa non ce l’ha che fa, non esce più? O chiede la cortesia ai vicini aumentando il rischio contagio? Mistero.

È complicato avere l’autocertificazione in cartaceo e in originale

Sempre più complicato. L’autodichiarazione che certifica che ci stiamo spostando per esigenze di lavoro o per indifferibili urgenze familiari dovrà essere esibita alle forze dell’Ordine ad ogni richiesta. E dovrà essere cartacea, con la firma in originale dell’interessato. Queste le disposizioni tassative messe in campo dal Ministero dell’Interno. Tre le giustificazioni fornite per una scelta che in un’epoca di tecnologia avanzata sembra incomprensibile. La prima, evitare il possibile furto di dato personali sul web. Il cellulare potrebbe essere hackerato e dati sensibili e delicati potrebbero essere trafugati. Giusto, ma abbiamo centinaia di dati che ci appartengono già in rete. Sanno tutto di noi, dai dati fiscali a quanto e come spendiamo. In che palestre andiamo, quali like mettiamo sui commenti in rete. Quindi dove sarebbe il problema in questo caso? Che qualcuno potrebbe sapere se vado al lavoro o a fare la spesa? Sinceramente non capiamo.

La Polizia deve controfirmare e controllare

Le altre due giustificazioni per la richiesta di esibire solo in cartaceo la certificazione che autorizza gli spostamenti sono più plausibili. La Polizia o comunque le Forze dell’Ordine che ci fermano devono controfirmare il documento. E poi acquisire i dati per tracciare e sanzionare eventuali comportamenti scorretti. Questo lo capiamo, certo. Ma forse si potrebbe fare inviando una mail, un link, un wattsapp a un numero dedicato o cose simili. Perché il problema è che la stampante in casa ce l’abbiamo veramente in pochi. Quindi chi deve uscire per forza sarà costretto a chiedere aiuto a qualche amico o conoscente. Con il rischio di aumentare gli spostamenti inutili proprio per dotarsi del certificato. Speriamo davvero che il ministro degli Interni Lamorgese ci ripensi, perché obbligare all’autocertificazione cartacea è francamente fuori dai tempi. Oltre che terribilmente scomodo. Per tutti i cittadini, compresi i Romani che osservano le regole. Ma che anche se vorrebbero tanto, non possono restare a casa. Nell’interesse di tutti noi. Controlliamo certo, ma almeno a loro non creiamo nuovi ostacoli.