Senatrice Segre, lo abbracci quello studente
Ma è La Sapienza o Cinecittà? Domani l’ateneo di Roma conferirà la laurea honoris causa a Liliana Segre, senatrice a vita, e si fa un baccano – il solito cinema – perché il saluto degli universitari lo porterà Valerio Cerracchio. È uno studente di destra, rappresentante eletto dagli altri universitari, il saluto tocca a lui. Tranquilli, non sarà un saluto romano. E’ semplicemente e con onore rappresentante della lista più votata nella giunta dell’Università.
E suscitano pena le polemiche sollevate alla vigilia di un evento che è importante per la conoscenza storica. Liliana Segre è simbolo della tragedia del popolo ebraico, sopravvissuta allo sterminio. Perché inquietarsi se a renderle omaggio sarà uno studente della Sapienza solo perché non è di sinistra?
Quegli estremisti rossi
Ci saranno anche il presidente Mattarella, il ministro Manfredi, e ovviamente il Magnifico Rettore Gaudio. Che quasi si scusa con una nota dell’Universita’ che fa sapere che Cerracchio è capitato per la rotazione tra gli studenti eletti nell’organismo di rappresentanza dei giovani universitari.
Il rettore teme l’ira di quegli estremisti rossi che invitano la Segre a partecipare anche ad una specie di assemblea per una “riflessione sull’antifascismo”. Del resto, La Sapienza è quella che impedì di parlare persino a Papa Ratzinger, figurarsi quanta arroganza può accompagnare certi giovanotti contro un loro coetaneo che la pensa diversamente.
Ma ci sarà rispetto per la Segre e la sua storia, e non c’è bisogno di alcuna cagnara. E un consiglio non richiesto alla senatrice a vita è quello di abbracciare quel ragazzo che già alla vigilia dell’evento ha pronunciate parole assolutamente condivisibili da chiunque: “Io credo nella democrazia e nei principi della nostra Costituzione”. Che altro deve dire, oltre che sentirsi vicino alla storia di sofferenza vissuta dalla stessa Segre.
Chi lo contesta e “non si sente rappresentato” magari fa parte di quella galassia rossa che nei cortei per il 25 aprile fa sempre parte di quella compagnia estremista che contesta puntualmente il passaggio della Brigata Ebraica.
Chi strumentalizza la Segre
E’ l’ennesimo tentativo di strumentalizzare la storia di Liliana Segre. Che avrà modo, quando sarà eletta presidente della commissione che si dovrà occupare dell’odio, di occuparsi anche di queste tristi pagine universitarie. Perché nel regno del politicamente corretto che è diventata l’Italia si vorrebbe pretendere la censura di un giovane che invece ha tutto il diritto – per elezione democratica – di rappresentare gli studenti.
Ma non ci sono solo gli hater dell’Accademia. Perché meraviglia leggere sul Corriere della Sera, che per primo ha raccontato quanto accade, che non c’è stata, nella scelta caduta su Cerracchio, “nessuna forzatura, anche se questa volta uno sguardo al curriculum avrebbe risparmiato le polemiche”. E perché? Bisognava discriminare un ragazzo per le sue idee? A questo punto siamo arrivati a via Solferino e via Tomaselli?
Se non volete ascoltare i giovani, non pretendete poi che loro stiano a sentire voi. Questa è l’amara lezione che si ricava da una brutta vicenda di intolleranza. Perché al fondo c’è il solito ostinato rifiuto – tutto di sinistra – di respingere ogni idea di pacificazione nazionale. E poi si lamentano se c’è chi non intende cedere alla loro melassa propagandistica.