Sexygate di Ostia, dopo la commissione il caso si sposta in Parlamento e dal Prefetto

Municipio Ostia
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Dopo la Commissione Trasparenza e Garanzia sul «Sexygate» di Ostia, il caso si allarga e finisce in Parlamento e dal Prefetto di Roma. L’audizione di oggi era stata convocata per chiarire la posizione dell’attuale compagna del mini sindaco Mario Falconi, che sarebbe stata vista partecipare più volte e senza alcun titolo, a diverse riunioni di lavoro nelle sedi del X Municipio di Roma Capitale.

Falconi: “Chi ha mandato in giro tutta questa storia è un topo di fogna

Una controversia dove il presidente del Municipio Mario Falconi si è difeso energicamente dalle accuse, puntando il dito contro tutti, definendo il tutto «un gran complotto basato su un cumulo di falsità» definendo chi ha mandato in giro tutta questa storia, un «topo di fogna» annunciando di aver sporto una querela presso la Procura della Repubblica contro chi ha diffuso tale notizie.

Falconi: “Smentita ogni fasulla illazione su mia compagna

In parallelo, è emerso un ulteriore motivo di discussione: la presunta ingerenza della sua compagna nelle attività del municipio. Anche su questo punto, Falconi ha negato categoricamente, affermando che la compagna non ha mai partecipato a riunioni ufficiali, citando quando riferito dal direttore del municipio, Visca che di fatto ha smentito ogni fasulla illazione su presunte illecite presenze.

Interrogazione parlamentare

Queste risposte, tuttavia, non hanno placato le critiche dell’opposizione che da più giorni chiede irrevocabili dimissioni. «A nostro avviso dovrebbe comunque dimettersi – tuona Monica Picca, capogruppo della Lega nel Municipio X – Peraltro, ci lascia interdetti il continuo tirare in ballo la presenza dei cosiddetti ‘poteri forti’, ai quali si è richiamato più volte, come se alla base anche di questa vicenda vi sia chissà quale fantomatico complotto contro di lui. Se fosse così, farebbe bene a denunciare quanto sa nelle sedi opportune, come Lega porteremo invece quest’ultima vicenda in Parlamento attraverso un’interrogazione parlamentare”.

Lettera al Prefetto di Roma

La vicenda ha ulteriormente attirato l’attenzione dell’associazione Labur, che ha espresso preoccupazione in una lettera inviata al Prefetto di Roma, Lamberto Giannini. L’associazione teme che Falconi stia subendo pressioni da forze influenti, e ha chiesto un intervento immediato del Prefetto di Roma per chiarire la situazione. «Falconi è stato invitato più volte a denunciare queste pressioni, ma temiamo che siano troppo forti – scrive nella missiva Labur – o c’è da parte del presidente omissione di denuncia o lo Stato sta facendo una sorta di omissione di soccorso ad un presidente in estrema difficoltà. La frase è la stessa ripetuta dall’ex presidente Andrea Tassone, condannato in Mafia Capitale, siamo estremamente preoccupati anche perché sul litorale romano sono previsti interventi di centinaia di milioni di euro mediante articolati strumenti urbanistici».

La situazione è quindi complessa e in evoluzione, con Falconi che si trova sotto forte pressione politica e mediatica, mentre si attendono ulteriori sviluppi dalle prossime “indagini in corso” finite sotto la lente di ingrandimento di Parlamento e Prefetto.