Si rischia la strage in quella clinica. Zingaretti svegliati
Alla regione Lazio non si rendono conto che rischiano di provocare una strage di anziani. A Zingaretti piace parlare di rischio catastrofe – ne ha parlato ancora ieri – ma ne sarà responsabile lui se non interviene subito. In pericolo ci sono i ricoverati di una struttura sanitaria privata – Nomentana Hospital – che si è vista catapultare una cinquantina di persone, gran parte anziane, dopo la dichiarazione del comune di Nerola come zona rossa. Diventare centro Covid-19 quasi senza accorgersene.
Peccato che lì dentro siano già ricoverati almeno in 350, anche questi in molti già alla terza età. Ovviamente non ci sono percorsi dedicati e ieri l’ennesimo allarme è stato lanciato da due esponenti di Fratelli d’Italia, il consigliere regionale Righini e la consigliera della città metropolitana di Roma, Grasselli. C’è pericolo ma la regione tace. Parla la Asl per dire le solite cose inutili. Ma il fuoco può divampare da un momento all’altro.
La protesta dei sindacati e quella di Fratelli d’Italia
Quei 50 provenienti da Nerola non possono restare ancora lì. Lo ha scritto la proprietà della struttura alla regione, sono preoccupatissimi anche i sindacati. Cgil, Cisl e Uil, non pericolosi estremisti di destra, temono pure per il personale che praticamente non ha dispositivi di protezione.
Se questi pazienti vengono dimessi e tornano a Nerola trovano chiusa la Rsa dove la maggior parte di loro alloggiava e ha probabilmente contratto il virus. Al Nomentana Hospital non possono ricevere le cure adatte a quel tipo di malattia. Sta alla regione risolvere di corsa – oggi, non fra sette anni… – l’incresciosa situazione che si vive a Fonte Nuova, alle porte della Capitale. Il sindaco vuole giustamente che si “tamponino” tutti. Ricoverati che già c’erano, quelli nuovi, il personale sanitario. Ma alla regione non ne vogliono sapere.
Non capiscono che se il coronavirus attecchisce sono guai enormi. Sì, una catastrofe. L’espressione è proprio dei sindacati.
Zingaretti deve preoccuparsi: quella clinica rischia assai
La proprietà della struttura ha scritto invano a Zingaretti e all’assessore D’Amato: la sanità regionale aveva promesso supporto. Si sono viste due infermiere richiamate rapidamente in servizio altrove.
Tutto ciò è paradossale ”e sfiora il limite del disastro – denuncia il Nomentana Hospital ai vertici della regione Lazio – che sicuramente si genererà se nel gestire questa emergenza non saranno assunte da parte vostra precisi impegni sia verso i 350 pazienti da noi attualmente ricoverati, sia nel riguardi del nostro personale che si sta comportando, ci consenta l’espressione, in maniera veramente eroica”.
Tristissima la conclusione: “La situazione è diventata intollerabile. Ci vediamo dunque costretti a chiedervi di voler provvedere con la massima urgenza alla ricollocazione immediata di tutti i pazienti positivi da noi al momento ricoverati, così da poter ripristinare la nostra normale attività lavorativa ed evadere la lista di attesa che si è venuta a creare e che rende estremamente gravosa l’attività delle strutture per acuti, che si trovano con i posti letto inutilmente occupati”.
Zingaretti deve muoversi subito per i ricoverati in quella clinica, con senso di responsabilità e soprattutto di umanità, che finora è mancato verso quelle persone deportate da Nerola, verso il personale del Nomentana Hospital, verso gli altri pazienti. Centinaia di persone non possono essere abbandonate in questa maniera vergognosa. Non rischiate una strage.