Siccità, a Ponte Milvio si cammina sul Tevere. È allarme rosso

La siccità morde tutta l’Italia, e non risparmia certo la Capitale. Con il livello del Tevere che in alcuni punti, è sceso abbondantemente sotto al metro. E ieri sera, alcuni passanti sbalorditi hanno visto due uomini passare da un argine all’altro, in prossimità di Ponte Milvio. Semplicemente camminando, con l’acqua alle caviglie. Una situazione certamente eccezionale, molto più grave di quella già vissuta nel 2017. Con un livello delle piogge negli ultimi mesi semplicemente irrisorio. Così molte regioni sono diventate zona rossa per l’emergenza idrica, ben 12. Compreso il Lazio, che ha dichiarato la calamità naturale. Nella speranza anche di accedere ai fondi che il governo sta stanziando per questa terribile emergenza. Da parte loro, Acea e il sindaco Gualtieri hanno affermato a più riprese che comunque Roma non rischia un razionamento dell’acqua. Perché il principale bacino idrico da cui si rifornisce, quello del Peschiera, avrebbe ancora delle riserve per circa il 70% della capienza. Ma nonostante le rassicurazioni, l’allarme resta altissimo. E già si parla di possibili interruzioni della erogazione idrica di notte. O nei piani più alti dei palazzi. Tutte voci però, perché finora le istituzioni non hanno comunicato nulla. Anche se ogni giorno senza pioggia, l’allarme cresce sempre di più.

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I numeri della siccità che mettono i brividi

Non si è mai visto un anno così secco a Roma. La centralina di Lanciani – quella più affidabile per misurare i livelli del Tevere – ha rilevato che da gennaio a oggi sono caduti 137 millimetri di pioggia. Negli ultimi 15 anni la media per i primi sei mesi è stata di 357 mm. Ancora peggio va nel resto del Lazio: sul litorale, incluso Tarquinia e Ladispoli, sono caduti circa 100 mm di acqua piovana in media negli ultimi sei mesi. Sotto il molo di Anguillara sul lago di Bracciano l’idrometro segna un livello di 108 centimetri. Almeno 30 cm in meno rispetto allo scorso anno. “Significa milioni di tonnellate di litri di acqua in meno”, puntualizza Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio. Con rischi importanti per la fauna e la flora del fiume. E anche per la sicurezza di barconi e galleggianti. Senza dimenticare i pericoli per la salute pubblica.

I danni sono ingenti per Roma, città agricola più grande d’Europa, con oltre 2.500 aziende e 12mila addetti. L’ordine degli agronomi di Roma stima un crollo della produzione del 40% per colture come mais, grano e alcuni ortaggi. “La siccità si abbina al caldo e sta generando una situazione insostenibile – commenta Flavio Pezzoli presidente dell’ordine degli agronomi romani -. Servono misure straordinarie come incentivi per acquistare carburante e maggiore flessibilità per richiedere nuovi punti di prelievo lungo i corsi d’acqua”.