Simonetta Kalfus morta dopo una liposuzione: blitz dei NAS nello studio del chirurgo indagato

Simonetta Kalfus

Continuano le indagini sulla tragica morte di Simonetta Kalfus, la donna di 62 anni deceduta il 18 marzo 2025, dodici giorni dopo essersi sottoposta a un intervento di liposuzione nello studio medico di Cinecittà, a Roma. Il caso ha portato a un blitz dei carabinieri del Nas, in collaborazione con la tenenza di Ardea, presso lo studio in cui ha avuto luogo l’operazione, per raccogliere materiale utile a chiarire le cause del decesso.

Tre medici indagati per omicidio colposo

L’intervento chirurgico, eseguito in regime di day hospital il 6 marzo scorso, era stato effettuato dal chirurgo Carlo Bravi. Dopo la liposuzione, Simonetta Kalfus è tornata a casa. Tuttavia, le sue condizioni sono peggiorate rapidamente.

Pochi giorni dopo l’intervento, la donna ha accusato i primi malesseri che l’hanno spinta a richiedere le cure dell’ospedale di Pomezia, dove i medici le hanno consigliato di proseguire la terapia antibiotica prescritta inizialmente. Ma il quadro clinico si è aggravato. La 63enne è stata infine trasferita d’urgenza all’ospedale Grassi di Ostia, dove è morta il 18 marzo.

L’autopsia conferma: una sepsi ha causato la morte della donna

I primi risultati dell’autopsia parlano chiaro: la causa della morte di Simonetta Kalfus è dovuta a una grave sepsi, un’infezione sistemica che si è diffusa rapidamente compromettendo irrimediabilmente gli organi vitali. Tre i professionisti sanitari finiti sotto inchiesta con l’accusa di omicidio colposo.

A presentare denuncia ai Carabinieri è stata la figlia della vittima, che chiede giustizia e verità sulla morte della madre. Le indagini, coordinate dalla procura, stanno ora cercando di far luce su eventuali negligenze mediche e su eventuali mancanze nelle misure di sicurezza sanitarie adottate durante e dopo l’intervento chirurgico.