Ci sarà un motivo se la sinistra perde sempre le elezioni

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Mannaggia, ‘ste elezioni, la sinistra le perde sempre… e chissà perché.

È stato uno stimolantissimo tweet di Alex Bazzaro, deputato leghista nella scorsa legislatura, a offrire spunti per una riflessione che ci sta tutta. Ogni paio d’anni cambiano segretario del partito e quelli del Pd pensano di aver risolto i problemi. Che in realtà stanno nel linguaggio che usano per le bislacche idee che propongono.

Elezioni e sinistra, non ce la fanno

Sono gli euromani dei tempi moderni, potremmo dire, perché fanno la spola tra Bruxelles e Strasburgo a caccia di direttive sadiche da votare per punire il popolo che lavoro e acquista una casa o più semplicemente l’automobile.

Peccati gravi, che la parrocchia rossa contempla quasi come perversioni da redimere. E quindi scatta il voto per l’elettrico di marca cinese. Il green che entra automaticamente nelle tasche per colorarle di povertà a causa dei loro voti folli.

E persino se proprio vuoi mangiare, lascia stare le cose di casa nostra, ci sono buonissimi insetti da mandare giù nello stomaco, ovviamente senza il supporto dell’orribile vino…

Non li vediamo arrivare né partire

La sinistra perde le elezioni perché perde il lume della ragione. Da qualche tempo si è affacciato il diritto di comprare bambini da qualcuno che te li vende: la chiamano maternità surrogata con terminologia orribile per giustificare la cosiddetta Gestazione Per Altri, si lavano la coscienza col vocabolario e dimenticano che quel che c’è veramente da garantire è un padre e una madre ad un bimbo.

Il tutto, corredato dal sempreverde ricorso ai clandestini di tutto il mondo che solo da noi devono venire, individuandoci come il campo profughi d’Europa, pur sapendo di non avere nulla da offrire loro.

Dulcis in fundo, la clemenza invocata ad ogni piè sospinto, tranne che a Firenze, per quegli squinternati che vanno in giro a far danno ai nostri monumenti, a bloccare il traffico con i loro ridicoli e snervanti sit in, eccetera eccetera. E certo, cara Schlein, che non vi vediamo arrivare: così non partite proprio…