Sono ben 4 milioni i posti di lavoro col cibo Made in Italy

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Dai cuochi ai ristoratori, dai contadini agli artigiani, dai negozianti ai tecnici di sicurezza alimentare, dagli addetti della logistica ai sommelier la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco tutela 4 milioni di lavoratori occupati in una filiera nazionale del cibo che vale ben 580 miliardi di euro, un quarto del Pil. Emerge dall’analisi Coldiretti all’assemblea nazionale a Roma con il presidente Ettore Prandini e il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto.

Centinaia di migliaia di realtà legate all’alimentare italiano

Mentre in collegamento il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che insieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano propone la candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. Il Made in Italy a tavola, sottolinea Coldiretti, coinvolge dal campo al piatto 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

Record per l’export del cibo italiano

Una rete diffusa in tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – quotidianamente rifornisce i consumatori italiani e stranieri nel mondo. Non a caso con un balzo del +9% è record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023 sul commercio estero relativi ai primi quattro mesi dell’anno che vedono le esportazioni alimentari in aumento sul record annuale di 60,7 miliardi del 2022. Tra i principali mercati per i prodotti italiani, nel 2023 cresciuto l’export in Francia, con un balzo del 17% davanti alla Germania (+10%), Gran Bretagna (+10%) e Usa (+3%).

La ristorazione italiana diffusa negli Usa, in Brasile, ma anche in Europa

La ristorazione italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%) secondo l’analisi della Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte.

Il nostro cibo attrazione per i turisti in Italia

Ma sull’onda del consenso mondiale sui benefici della Dieta Mediterranea, il Made in Italy a tavola, sottolinea Coldiretti, rappresenta anche un punto di attrazione per i turisti in Italia. “La cucina è la voce principale del budget della vacanza nel Belpaese con oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 sarà destinato alla tavola per un valore di 15 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre, fino agli oltre 25mila agriturismi”, rileva Prandini

Un successo internazionale che ha portato alla candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. Ben 8 italiani su 10 (82%) ritengono contribuirà positivamente alla difesa e alla valorizzazione dell’agricoltura nazionale e della cultura enogastronomica del nostro Paese secondo l’indagine Coldiretti/Notosondaggi.