Sotto la Roma di Gualtieri i Tredicine si riprendono piazze e bancarelle perse con la Raggi
Sotto la Roma di Gualtieri i Tredicine si riprendono piazze e bancarelle perse con la grande ex Virginia Raggi. Una delle famiglie più note, discusse e ‘chiacchierate‘ del commercio ambulante romano torna a prendersi spazi centrali della Capitale d’Italia. Mentre Roma è sotto la guida di Roberto Gualtieri, sindaco della Capitale dal 2021, la famiglia Tredicine è tornata a farsi strada nel mondo del commercio ambulante. Almeno questo è quanto prevede la sentenza del Tar del Lazio n. 16416 pubblicata oggi 19 settembre.
Quello dei Tredicine è un nome che, per chi conosce le dinamiche della città eterna, evoca subito il potere incontrastato delle bancarelle e dei chioschi che per anni hanno dominato piazze e vie principali della città Santa. Dopo anni di tensioni con la giunta Raggi, i Tredicine tornano a trovare spiragli per riappropriarsi di spazi a lungo contesi. centrali nella vita non solo economica, ma anche politica di Roma.
Sotto la Roma di Gualtieri i Tredicine si riprendono piazze e bancarelle
Al centro di questa vicenda c’è, per l’appunto, una sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Il caso è stato sollevato da una serie di ricorrenti con un ricorso del 2020 presentato contro le decisione del Campidoglio all’epoca a trazione grillina, con Raggi-Grillo ora entrambi contro Conte.
Tra i ricorrenti figurano nomi di spicco della famiglia Tredicine. Questi operatori del settore avevano impugnato una decisione presa durante l’amministrazione di Raggi, che aveva provveduto alla ricollocazione delle loro postazioni di vendita in luoghi decentrati. I banchi storici situati in luoghi di grande passaggio come Largo Boccea e Circonvallazione Cornelia erano stati spostati in una zona periferica meno redditizia e meno centrale: ossia il parcheggio di via Francesco Albergotti. Ora invece ai Tredicine viene permesso, in sostanza, di riprendersi Largo Boccea, una delle aree più importanti del XIII Municipio romano.
Piazze e bancarelle, perse durante il mandato della grande ex, Virginia raggi
L’amministrazione precedente, con una serie di determinazioni dirigenziali e delibere municipali, aveva giustificato questo spostamento per motivi di sicurezza e decoro urbano. Secondo quanto dichiarato all’epoca dalla Giunta Raggi, la nuova localizzazione avrebbe offerto agli operatori le stesse opportunità economiche, essendo vicina a un mercato giornaliero e a zone commerciali trafficate. Tuttavia, i commercianti, tra questi vari esponenti della famiglia Tredicine, non erano d’accordo, contestando la decisione come inadeguata, poiché la nuova area era distante dal flusso pedonale e immersa in una situazione di degrado.
Il ritorno alle origini per i Tredicine e le loro bancarelle?
Con la sentenza del TAR, i ricorrenti, guidati dalla famiglia Tredicine, hanno ottenuto l’annullamento delle determinazioni che avevano sancito il loro trasferimento. Il tribunale ha rilevato come l’amministrazione comunale non avesse adeguatamente considerato le osservazioni dei commercianti riguardo all’inidoneità della nuova collocazione. Documentazione e prove fotografiche presentate dai ricorrenti hanno mostrato il degrado del sito, descritto come sede di accampamenti abusivi, lontano dai principali punti di interesse commerciale.
Questa vittoria legale ha permesso ai Tredicine e agli altri ambulanti coinvolti di riappropriarsi delle loro postazioni originarie, segnalando così una svolta nel delicato equilibrio di potere tra il Campidoglio e i venditori ambulanti della città.
La lunga ombra della famiglia Tredicine e delle loro bancarelle
I Tredicine sono da decenni una presenza dominante nel settore del commercio ambulante a Roma, con un impero costruito su concessioni che attraversano mercati e vie strategiche della capitale. Il loro potere aveva iniziato a vacillare durante la giunta Raggi, che aveva dichiarato guerra al commercio su area pubblica per ripristinare ordine e decoro in città. Tuttavia, con la nuova amministrazione, sembrano aver ritrovato lo spazio per consolidare nuovamente la propria influenza.
Questa sentenza rappresenta non solo una vittoria per i ricorrenti, ma anche un segnale chiaro che le politiche di rigore adottate dalla giunta precedente stanno subendo una revisione sotto la guida di Gualtieri. Sebbene la giustificazione ufficiale della sentenza sia legata alla mancata considerazione delle osservazioni pratiche dei commercianti, la vicenda solleva interrogativi più ampi su come Roma gestirà il delicato equilibrio tra interesse pubblico, decoro urbano e il diritto al lavoro di migliaia di ambulanti.
Un futuro incerto
La decisione del TAR potrebbe avere ripercussioni su altre situazioni simili. La vicenda della famiglia Tredicine, infatti, è solo la punta dell’iceberg in una più ampia controversia che vede numerosi operatori ambulanti in contrasto con l’amministrazione comunale. Molti osservatori si chiedono se questa sentenza rappresenti un ritorno al passato o un tentativo di mediazione tra interessi contrastanti.
Sarà interessante vedere come la giunta Gualtieri gestirà d’ora in avanti la regolamentazione del commercio ambulante, un settore che continua a generare forti tensioni tra l’esigenza di preservare il decoro urbano e la necessità di tutelare i diritti dei commercianti storici della capitale.