Sottomarino scomparso, il tempo è scaduto. Ma le ricerche vanno avanti

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Detriti rinvenuti nelle ricerche del sommergibile Titan, disperso da domenica nell’Oceano Atlantico. La Guardia costiera degli Stati Uniti rende noto che il ritrovamento, effettuato da un sottomarino controllato da remoto, è avvenuto nel corso delle ricerche, nell’area che circonda il relitto del Titanic. Le autorità “stanno valutando le informazioni”. Non è chiaro se quello che in gergo viene definito ‘debris field’ sia collegato al sommergibile. A bordo del sommergibile sono presenti 5 persone che, a partire da domenica, dispongono di una riserva di ossigeno sufficiente per 96 ore circa: il tempo sarebbe quindi scaduto. In questi giorni, la salute dell’equipaggio messa a rischio anche dall’ipotermia soprattutto in caso di incagliamento a profondità notevoli, con una temperature prossima allo zero.

All’interno del sommergibile le temperature sono intorno allo 0

Un’altra preoccupazione riguarda le temperature nel sommergibile. Se il Titan si trovasse incagliato vicino al Titanic, a 3.800 metri di profondità, il termometro nel veicolo segnerebbe gli 0 °C. E senza elettricità non ci sarebbe la possibilità di generare calore. Una nave della marina canadese con un team di medici specializzati in medicina subacquea e una camera iperbarica arrivata nella zona dove si coordinano le operazioni di ricerca e salvataggio: Intensificate da quando si captano rumori provenienti dal fondale martedì e di nuovo ieri. Ancora non si è certi delle cause e delle origini dei suoni – potrebbero provenire dall’interno del sommergibile – ma l’area della ricerca ampliata a una zona di circa 10mila miglia quadrate – 26mila km quadrati – e in profondità scende fino a 2,5 miglia, circa 4mila metri.

Le operazioni proseguono

La guardia costiera americana ha assicurato che le operazioni di ricerca del sommergibile scomparso sono ancora “una missione attiva di ricerca e salvataggio”. Alla domanda se ritiene che l’ossigeno si sia ormai esaurito nell’abitacolo, l’ammiraglio John Mauger ha detto: “Continuiamo ad avere nei nostri pensieri l’equipaggio e le loro famiglie mentre procediamo con le ricerche e il salvataggio. Pur essendo consapevoli del tempo”. “A questo punto è ancora una missione attiva di ricerca e soccorso. Usiamo tutto il nostro equipaggiamento, compresi i veicoli operati a distanza”, ha detto ancora l’ammiraglio. Intanto, su richiesta americana, il governo britannico ha inviato sul posto un sottomarino e un aereo da trasporto con materiale specifico.

I nomi dei passeggeri del sottomarino

Un sottomarino telecomandato nelle ultime ore “ha raggiunto il fondo del mare” e ha iniziato la ricerca del batiscafo, ha reso noto la Guardia CostieraUsa spiegando che ”la nave canadese Horizon Arctic ha dispiegato un Rov”, un sottomarino a comando remoto, ”che ha raggiunto il fondo del mare e ha iniziato la ricerca del sottomarino scomparso”. La guardia costiera americana ha potuto contare sull’aiuto di cinque navi e oggi il numero è di dieci, come detto dal capitano Jamie Frederick. “Quello che posso dirvi – spiega – è che stiamo cercando nell’area in cui c’erano i rumori e continueremo”. A bordo della OceanGate Expeditions il britannico Hamish Harding, Shahzada Dawood e il figlio Suleman Dawood, pakistani, l’amministratore delegato e fondatore di OceanGate, Stockton Rush, il francese Paul-Henri Nargeolet.