Sovraffollamento carcere di Regina Coeli, la denuncia del sindacato: “Richieste unità di rinforzo dagli altri istituti”
La situazione all’interno del carcere di Regina Coeli, in particolare nella 3^ sezione, resta estremamente critica e continua a peggiorare di giorno in giorno. Solo ieri sono state richieste unità di rinforzo dagli istituti penitenziari della città di Roma, anche se non si conoscono i motivi. A comunicarlo è La FNS CISL Lazio e la FNS CISL Roma Capitale e Rieti che hanno sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza e il benessere del personale della polizia penitenziaria, la cui dedizione è stata determinante nel mantenere l’ordine e la sicurezza, nonostante le difficili condizioni operative.
La capienza dell’istituto è di 628 detenuti
La capienza dell’istituto, predisposta per un massimo di 628 detenuti, è ora ampiamente superata, arrivando a ospitare 1.116 persone, un sovraffollamento che compromette la gestione ordinata e sicura della struttura. Questo squilibrio incide gravemente sul personale, che deve far fronte non solo all’eccessivo numero di detenuti ma anche a una grave carenza di personale. Attualmente, infatti, si registra una mancanza di circa 130 unità, con un deficit del 27% rispetto all’organico necessario, secondo le stime del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Richieste unità di rinforzo dagli altri istituti penitenziari
In risposta a queste condizioni, sono state richieste unità di rinforzo dagli altri istituti penitenziari della città. La situazione si presenta preoccupante non solo per il sovraffollamento e la carenza di risorse umane, ma anche perché le ragioni specifiche delle criticità nella 3^ sezione non sono state rese pubbliche, aumentando la sensazione di instabilità e precarietà.
Contesto di stress e difficoltà
“L’apprezzamento va agli uomini e alle donne della Polizia Penitenziaria – dichiara Riccardo Ciofi dal sindacaro Fns Cisl Roma Capitale e Rieti – che, pur operando in un contesto di stress e difficoltà crescenti, continuano a svolgere il proprio compito istituzionale con impegno e professionalità, a tutela della sicurezza del carcere e, indirettamente, della comunità esterna”. Una situazione che evidenzia la necessità di misure urgenti per risolvere il sovraffollamento e migliorare le condizioni di lavoro, per prevenire ulteriori rischi alla sicurezza interna e tutelare i diritti di tutti coloro che operano all’interno dell’istituto.