Spari contro la casa occupata a Primavalle, gli investigatori chiudono il cerchio

Gli investigatori e gli uomini della scientifica stanno proseguendo le indagini. E sarebbero vicini a chiudere il cerchio. E ad identificare il colpevole di quanto successo lo scorso venerdì 13 maggio, a via Pietro Bembo 121, nella zona popolare di Primavalle. Quando alcuni spari, sono stati esplosi dalla strada contro la finestra di un appartamento di una casa popolare dell’Ater. Da poco occupato da una famiglia tunisina, composta di padre, madre e due figli piccolissimi. Ma ripercorriamo i fatti di quel pomeriggio. E vediamo cosa hanno scoperto finora le forze dell’ordine.

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Gli spari probabilmente esplosi da un noto pregiudicato

Venerdì scorso verso le 15, una famiglia tunisina si è presentata a Primavalle, in via Pietro Bembo. Il nucleo di quattro persone, moglie marito e due bimbi piccolissimi, era appena stato allontanato da un’altra occupazione abusiva. Non lontano, in via di Selva Candida. Probabilmente per qualche ‘soffiata’, la famiglia ha dunque raggiunto la nuova casa popolare. Scassinando con una lastra la porta d’ingresso, ed entrando nell’appartamento. Dentro però, c’era già un imbianchino. Che stava facendo dei lavori. E che ha invitato il nucleo familiare ad allontanarsi. Perchè quelle stanze erano già occupate, da un giovane del quartiere. Ma i nuovi entrati, si sono opposti. E la signora tunisina 36 enne si è barricata in casa. A quel punto, un gruppetto di persone sarebbe salito sul pianerottolo. Minacciando gli occupanti. Poi, dalla strada, sono stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco. Che si sono conficcati nella finestra. Da qui la denuncia della donna, impaurita. E l’intervento della Polizia del commissariato di Primavalle. Che ha messo sotto sequestro la casa, e avviato le indagini.

L’appartamento usato come base per lo spaccio

Gli inquirenti sarebbero vicini ad identificare il colpevole. L’uomo che venerdì scorso ha esploso quattro colpi di arma da fuoco contro la finestra di una casa popolare a Primavalle. Appena occupata da una famiglia tunisina. Si tratterebbe di un pregiudicato locale, probabilmente assistito da alcuni complici. E il sospetto, è che proprio quell’appartamento fosse usato dalla mala di zona come base per lo spaccio. Questo spiegherebbe la reazione furiosa, e l’uso della violenza per intimidire i nuovi occupanti. Sono tutte ipotesi, al momento. Ma la soluzione di questo episodio di cronaca nera sembra sempre più vicina.

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