Spariti i soldi per Roma. Da Conte e Raggi arriva il ‘Recovery bluff’
Spariti i soldi promessi per rilanciare Roma, e deluse le aspettative della sindaca Raggi. Che a più riprese anche nel recente passato si era detta molto fiduciosa sulla possibilità di attingere in quota parte ai finanziamenti europei. Una richiesta anche circostanziata, perché si era parlato e scritto di possibili 25 miliardi di euro di finanziamenti. Dei quali la metà destinati al trasporto pubblico locale. Invece sembra che nella notte una manina abbia cancellato tutto. Secondo quanto riporta nel dettaglio il quotidiano il messaggero.it. La Capitale infatti nelle 125 pagine del Recovery Plan sarebbe citata solo due volte. La prima, per la tratta ferroviaria Roma Pescara. Un’opera comunque già in programma, e prossima al commissariamento. L’altra, per un generico impegno sul sistema ferroviario regionale. Nulla più. Niente per le metropolitane e i nuovi autobus. Per la bonifica del Tevere e dell’Aniene, e per la mobilità green. Non previsto il finanziamento per la chiusura dell’anello ferroviario. E zero anche per nuove infrastrutture e decoro urbano. Un disastro insomma. Nonostante il premier Conte meno di due mesi fa ospite di Maria Latella avesse pronunciato parole diverse. Nel Recovery Plan, aveva detto il premier, ci sarà un progetto importante anche per Roma. Ma a conti fatti, la promessa sembra svanita. E le belle parole se le è portate via il vento.
Dal no alle Olimpiadi al sorpasso di Milano. Gli errori della Raggi e il Recovery Plan affossano Roma
Prima c’era stato il no della Raggi alle Olimpiadi a Roma. Una città ancora con troppi problemi, aveva sostenuto la prima cittadina. Provocando le ire del Presidente del Coni Giovanni Malago’. E il pronto schiaffo da parte di Milano. Che invece ha ottenuto i Giochi invernali in condominio con Cortina. Oltre a un miliardo di euro da spendere per nuove infrastrutture. Roma non deve preoccuparsi, aveva cercato di calmare le acque lo stesso premier Conte. Perché per le Olimpiadi invernali non era in competizione. Giusto, ma poi c’è stata la candidatura del capoluogo lombardo per l’agenzia del farmaco. E quella, vincente, come terzo polo europeo per i brevetti. Insomma, a parte l’impegno per gli Europei di atletica, la Capitale sembra davvero abbandonata. E adesso è arrivato anche lo smacco dell’assenza di fondi nel programma del Recovery. Chiunque sarà il nuovo sindaco, così rischia di partire zoppo. E dopo questi cinque anni di decadenza, Roma meritava certamente maggiore attenzione. Da un governo che evidentemente è amico solo sulla carta. O che magari fiutando la possibile sconfitta alle amministrative della prossima primavera, vuole lasciare il cerino in mano a chi verrà. Specie se dovesse vincere un candidato espressione del centro destra.
Che senso ha il tavolo di lavoro in Parlamento se non ci sono le risorse?
Il deputato dem Claudio Mancini aveva anche lanciato un tavolo bipartisan. Aperto a tutti i parlamentari romani, di qualunque schieramento. Per andare ad individuare le priorità per rilanciare la Capitale. Al di là del colore del nuovo sindaco. Ma è chiaro che i progetti devono poi viaggiare sulle gambe dei finanziamenti. Altrimenti rimangono solo belle parole sulla carta. O in qualche risoluzione da divulgare alla stampa. Roma aspetta da tempo delle risposte, a cominciare da una legge che ne definisca il nuovo assetto istituzionale. Che ne stabilisca poteri e funzioni, come Capitale della Repubblica. Ecco, potrebbe essere questo il terreno per realizzare convergenze più ampie. Ma purtroppo, quanto (non) uscito nel Recovery Plan lancia ancora una volta un brutto segnale. Vediamo se adesso in Parlamento qualcuno riuscirà a rimediare.
https://www.ilmessaggero.it/politica/roma_recovery_progetto_giuseppe_conte-5635426.html