Sport negato a Roma: Rocca, se ci sei, batti un colpo
Roma, la Capitale d’Italia, soffre di una carenza di impianti sportivi accessibili e funzionanti, con promesse di riqualificazione rimaste, per ora, lettera morta sia da parte del Comune di Roberto Gualtieri sia da parte della Regione di Francesco Rocca. Ben 15 impianti, come già raccontato dal nostro giornale, sono rimasti intrappolati nel limbo del «vorrei ma non posso» della politica locale.
Strutture un tempo attive e fondamentali per la vita cittadina ma che hanno subìto un triste destino e che ora versano nell’abbandono, mentre i progetti di recupero promessi dall’amministrazione comunale sembrano arenarsi nelle fasi preliminari. A pagarne le conseguenze sono i cittadini e le periferie, prive di luoghi sicuri per praticare sport. E nemmeno l’amministrazione regionale guidata da Rocca sembra riuscire a prendere decisioni definitive a tutela dei diritti dei cittadini, evidentemente troppo impegnata su giochi e giochini di potere sulle partecipate regionali.
Gualtieri e Rocca stanno distruggendo lo sport a Roma
Dall’ex centro sportivo Morandi di Ostia alla piscina comunale del Quarticciolo
Un esempio evidente è l’ex centro sportivo Morandi a Ostia, fermo da oltre un decennio. Dopo l’abbandono del progetto per la costruzione di una chiesa, l’area si è trasformata in un insediamento abusivo, terreno fertile per prostituzione e scarico di rifiuti, divenendo un vero immondezzaio a cielo aperto. I residenti della zona denunciano da anni questa situazione di degrado, senza che nessun intervento concreto sia stato avviato.
Un altro caso emblematico riguarda la piscina comunale del Quarticciolo. Qui, lo scorso 5 aprile, è stato approvato il progetto di recupero della struttura, che prevede un investimento di 1,5 milioni di euro da parte della società Azzurra 8 Nuoto, fondata da ex dipendenti dell’impianto. Sebbene il progetto di fattibilità tecnica ed economica sia pronto, si attende entro la fine dell’anno il definitivo via libera, mentre l’area rimane inutilizzata, privando i cittadini di un’importante risorsa sportiva.
Gli altri impianti abbandonati
A Torre Spaccata, la situazione non è migliore. L’impianto “Piscine di Torre Spaccata”, abbandonato da oltre dieci anni, è stato recentemente al centro delle dichiarazioni dell’assessore allo sport Alessandro Onorato, che ha assicurato l’impegno dell’amministrazione per riportare in vita la struttura. Tuttavia, serviranno circa 3,4 milioni di euro, dei quali il 70% sarà coperto con i fondi del bando “Sport e Periferie” del Ministero dello Sport, mentre la parte restante dovrà essere garantita da Roma Capitale. Un progetto ambizioso, ma che ancora non ha visto l’inizio dei lavori. Anche in questo caso, Regione Lazio latitante.
Il campo sportivo di Vigne Nuove rappresenta un altro esempio di degrado urbano e scempio. Dopo lo sfratto della Virtus Vigne Nuove nel 2017, l’area è rimasta abbandonata, priva di qualsiasi destinazione. Un terreno che l’Inps avrebbe voluto mettere a reddito ma che, dopo anni di voci di possibili edificazioni, è tornato ad essere un luogo senza identità, negando ai giovani della zona uno spazio dove praticare sport.
L’ippodromo delle Capannelle tra controversie e incertezze
Anche lo storico ippodromo delle Capannelle, un tempo fiore all’occhiello dell’ippica italiana, è ormai al centro di controversie e incertezze. Da un anno, Hippogroup, attuale gestore della struttura, è in contenzioso con il comune di Roma per un aumento del canone di affitto risalente all’amministrazione Raggi che è passato da 60mila euro a cifre nell’ordine del milione. Con la delibera del 22 gennaio 2024, il Comune ha nominato Hippogroup custode temporaneo fino alla fine dell’anno. Tuttavia, il 17 giugno scorso, Hippogroup ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti, aprendo una crisi occupazionale. Il Campidoglio ha promesso di intervenire per salvaguardare i lavoratori. Parole in cui tanti, però, ormai non crede più visto i tanti fallimenti delle amministrazioni targate Gualtieri e Rocca. E. al momento, le soluzioni sono ancora lontane e i progetti rappresentano soltanto un bellissimo libro dei sogni.
In attesa del bando europeo per l’assegnazione definitiva della gestione dell’ippodromo, il Comune ha indetto una gara temporanea per affidare la struttura nel 2025, escludendo l’attuale gestore. Un passaggio che rischia di allungare ulteriormente i tempi per una soluzione stabile, mentre i dipendenti restano in bilico e la città vede mettere a rischio un altro importante spazio sportivo ma anche un importante polo lavorativo con un indotto da non sottovalutare. Gualtieri e Rocca avevano promesso mari e monti ma la tanto agognata svolta, soprattutto sullo sport, non c’è stata e ai cittadini non resta che pagare costose strutture private per un po’ di benessere fisico. Sempre che se lo possano permettere, visto che lo stipendio per molti, ormai, è un lontano ricordo e la disoccupazione continua a rappresentare un problema per la Capitale mentre la Regione Lazio si permette anche il lusso di non intervenire.