Stadio della Lazio, al Flaminio 45mila posti coperti: in campo c’è il colosso Emirates

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Roma, il futuro dello stadio Flaminio, la storica arena romana ormai in stato di abbandono da decenni, potrebbe cambiare volto con un progetto ambizioso che punta a trasformarlo nella nuova casa della ss Lazio. L’incontro decisivo è fissato per venerdì prossimo in Campidoglio, quando il patron della ss Lazio Claudio Lotito in persona presenterà coi suoi tecnici uno studio di pre-fattibilità dettagliato che promette di ridare vita a una struttura simbolo di Roma, con un investimento stimato tra i 250 e i 300 milioni di euro. A sostenere l’ipotesi progettuale di recupero della storica arena calcistica, vi sarebbe anche il colosso del settore trasporti Emirates.

Stadio Flaminio di Roma, per la Lazio in campo Lotito e Emirates

Il piano prevede uno stadio con una capienza tra i 45mila e i 49mila posti, dotato di una copertura mobile per ridurre l’impatto acustico sui quartieri circostanti durante eventi sportivi e concerti. Il modello di riferimento è quello del rinnovato Santiago Bernabéu di Madrid, un esempio di partnership tra pubblico e privato che ha trasformato un impianto sportivo in un polo multifunzionale.

Al centro del progetto, un pre-contratto con Legends, colosso internazionale specializzato nella gestione di stadi, che si occuperà non solo della realizzazione dell’opera ma anche della gestione di biglietteria, merchandising e altri servizi. A sostenere l’iniziativa potrebbe essere Emirates, interessata a diventare main sponsor del progetto, con un accordo che includerebbe anche la sponsorizzazione sulle maglie della Lazio.

Stadio della Lazio al Flaminio: una sfida burocratica e normativa

Non mancano le sfide. Il progetto deve superare ostacoli normativi e ottenere il via libera della Soprintendenza e del Comune. Il presidente della Lazio punta sulla recente proposta di legge per semplificare le procedure di rimodernamento degli stadi, che prevede iter più snelli, incentivi economici e un fondo nazionale dedicato. L’obiettivo è aggirare le lungaggini burocratiche che spesso bloccano iniziative simili in Italia.

Il piano include anche il coinvolgimento di istituzioni locali, come l’università e la famiglia Nervi, per garantire una riqualificazione che rispetti l’identità storica del Flaminio e del territorio circostante. L’idea è di trasformare il quartiere in un polo attrattivo, valorizzando anche gli immobili limitrofi e migliorando la viabilità, senza pesare eccessivamente sui parcheggi esistenti.

Un’opportunità per il futuro della Lazio e di Roma

La realizzazione di questo stadio non è solo una questione sportiva. Per la Lazio, significa superare i limiti economici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni e proiettarsi tra le big del calcio europeo. Per Roma, rappresenta la possibilità di riqualificare un’area degradata e restituire alla città uno spazio multifunzionale capace di ospitare eventi sportivi e culturali di rilievo.

La decisione cruciale

Venerdì il Campidoglio avrà la prima parola su un progetto che potrebbe segnare un punto di svolta per la città e per il club biancoceleste. Il Flaminio, da simbolo dell’abbandono, potrebbe diventare un modello di modernità e sostenibilità, con un impatto positivo per l’intera comunità. I riflettori sono puntati su Roma: il sogno è a un passo dal diventare realtà, ma molto dipenderà dall’esito di questa delicata fase iniziale.