Stadio Flaminio nel degrado, Gualtieri decide di non decidere
I tifosi della Lazio sperano che lo stadio Flaminio possa tornare ad essere quello della propria squadra del cuore e che sia sottratto al degrado attuale, ma il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha sbattuto clamorosamente la porta.
«Grazie al Comune di Roma, il Flaminio è l’ennesima vergogna della nostra città. Lo stadio poteva essere rilanciato e recuperato restituendolo ai cittadini anche grazie alla partecipazione della Ss Lazio, erede naturale di una tradizione sportiva cittadina». Così in una nota il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi.
La denuncia di Pino Cangemi, vicepresidente del Consiglio regionale
«Peccato che il sindaco – aggiunge Cangemi – preferisca il degrado, come dimostra l’incuria e l’abbandono in cui versa ormai da anni lo stadio Flaminio. È vergognoso come il Comune gestisca le sue emergenze e di come il sindaco non sia capace a gestire le tante criticità che affliggono Roma. Di fatto la Capitale d’Italia è la città più sporca d’Europa, il trasporto pubblico locale non funziona, la microcriminalità dilaga, insomma auspico che quanto prima Gualtieri sappia dare risposte concrete a una città nel baratro già da troppo tempo, altrimenti meglio che tolga il disturbo e si torni al voto», conclude Cangemi.
Lotito lo chiede per la Lazio: “Abbiamo un piano per lo stadio Flaminio”
Durante la serata in onore dei 40 anni dell’inno di Toni Malco «Vola Lazio vola», sabato scorso, il presidente della Lazio, Claudio Lotito ha riaffrontato il discorso: «Fa comodo a tante persone parlare del Flaminio, soprattutto ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, perché avete visto tutti in che condizioni versa l’impianto – ha esordito il presidente così come ricostruito dal Corriere della Sera – Risolvere il problema sarebbe cosa buona e giusta. Questo discorso l’ho affrontato quando c’era la sindaca Virginia Raggi. Oggi viene a vederci tanta gente. Avere 26mila spettatori, che è la capienza attuale del Flaminio, mi sembra riduttivo. A noi ne servono 50mila. Poi c’è il problema dei parcheggi, altra questione sulla quale ci sono ancora lavori in corso. Ho delegato un rappresentante istituzionale affinché si occupasse del tutto e ha cominciato una serie di consultazioni. Stiamo valutando per capire quello che effettivamente si può fare. Prendere il Flaminio è semplice, lo sa pure l’assessore Onorato. Il problema è poi capire cosa farci e come trasformarlo secondo le norme e renderlo funzionale».
«Abbiamo in testa un meccanismo – ha continuato Lotito – che cercherà di salvaguardare quelli che sono gli interessi primari dello Stato, della famiglia Nervi, senza andare a intaccare, per quel che si potrà, l’architettura. Però poi alla fine bisogna lavorarci. Va bene evocare la storia, ma quando piove torniamo a utilizzare l’ombrello».