Stampano 20, 50 e 100 euro falsi e li rivendono su Telegram: nella banda anche un romano

Guardia di Finanza e carabinieri al Lavoro tra Puglia e Lazio, ivi incluso Frosinone

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Stampano banconote da 20, 50 e 100 euro falsi e li rivendono su Instagram: nella banda anche un giovane uomo di Colleferro (Roma). Le indagini proseguono con intensità dopo che cinque giorni fa è stato effettuato l’arresto di tre persone coinvolte in un traffico internazionale di valuta contraffatta.

Le forze dell’ordine, supportate da esperti Europol e dalla sostituta procuratrice Maria Grazia Anastasia, hanno concentrato l’attenzione sui legami tra criminalità organizzata e tecnologie moderne. Tra le persone arrestate c’è anche N. P. di 27 anni di Colleferro (Roma) ma domiciliato a Padova.

Stampavano soldi falsi e li offrivano in vendita su Instagram

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla gip del tribunale di Lecce Anna Paola Capano, ha definito la cornice dell’inchiesta, individuando i ruoli specifici di ciascun indagato.

Le operazioni investigative fanno emergere elementi che lasciano presagire ulteriori sviluppi, con il possibile coinvolgimento di un quarto soggetto già identificato e di altre figure ancora non accertate. La complessità dell’operazione testimonia come il crimine si stia adattando alle nuove piattaforme digitali, creando un’area di minaccia in costante evoluzione.

I protagonisti della vicenda: ruoli e responsabili

Tra i principali indagati si segnalano Mi. M., 25 anni e residente ad Alessano, A. B., 43 anni di Lodi, e, per l’appunto, N. P., 27 anni di Colleferro, domiciliato a Padova. Le indagini evidenziano che ciascun soggetto avrebbe avuto un ruolo ben definito all’interno dell’organizzazione criminale. In particolare, le accuse puntano sulla pianificazione e finanziamento dell’attività illecita, con una gestione diretta della produzione delle banconote contraffatte e della loro successiva distribuzione.

I tre indagati operavano in maniera coordinata, sfruttando canali digitali per stabilire contatti e gestire gli scambi. La struttura dell’organizzazione risulta fortemente gerarchica e flessibile, capace di adattarsi alle esigenze del mercato nero, sia nazionale che internazionale.

Modalità operative e canali digitali

L’attività di falsificazione era finalizzata alla produzione di banconote nei tagli da 20, 50 e 100 euro, con una sofisticata organizzazione della filiera criminale. Le monete contraffatte venivano prodotte grazie a stampanti e macchinari di incisione laser di ultima generazione, strumenti che permettevano un’alta qualità dell’imitazione.

La commercializzazione si svolgeva prevalentemente su piattaforme digitali, con un’ampia presenza su canali Telegram. I gruppi, denominati “Diablopug and Biuggy store” e “I tre Immortali”, fungevano da vetrina per attirare clienti provenienti da diverse nazioni, quali Italia, Spagna, Germania e Belgio. Gli scambi avvenivano tramite bonifici bancari, Paypal e versamenti in criptovalute, tra cui Bitcoin, Litecoin, Usdt ed Ethereum. La rapidità dei pagamenti e la trasparenza dei sistemi digitali hanno favorito l’espansione del giro d’affari illecito.

Flussi economici e retaggio dei traffici

Il giro d’affari stimato supera i 180mila euro, importo che si presume sia cresciuto ulteriormente grazie all’introduzione di tecnologie innovative. L’impiego di nuovi macchinari ha consentito non solo la produzione di banconote false di vario taglio, ma anche la fabbricazione di monete contraffatte da 2 euro. Le spedizioni, almeno 188 accertate fino al 19 dicembre, sono state effettuate attraverso il sistema postale, sfruttando l’infrastruttura di canali e magazzini offerti dal territorio.

I pagamenti, oltre a tradizionali metodi bancari, hanno fortemente fatto leva sulle criptovalute, che garantiscono anonimato e velocità nell’esecuzione delle transazioni. Questo sofisticato sistema finanziario ha permesso alla banda di operare su scala internazionale, attirando una clientela eterogenea che spazia dai maggiori investitori ai piccoli compratori, tra cui numerosi minorenni.

Dimensione internazionale e implicazioni del caso

Le indagini rivelano una rete criminale capace di operare al di là dei confini nazionali. I clienti, infatti, includono soggetti residenti non solo in Italia, ma anche in Spagna, Germania e Belgio. Tale dimensione internazionale evidenzia come la criminalità organizzata sfrutti le piattaforme digitali per aggregare una clientela vasta e diversificata.

L’utilizzo di canali Telegram e la rapidità nel ricevere i corrispettivi tramite strumenti elettronici hanno reso l’attività particolarmente redditizia e difficile da localizzare. Anche il coinvolgimento di minorenni denuncia una problematica sociale più ampia, in cui i giovani si avvicinano al mondo del crimine attraverso l’accesso facilitato ai mezzi digitali. La diffusione di queste pratiche illegali impone una risposta coordinata tra le forze dell’ordine internazionali, in un contesto in cui la sicurezza digitale è una priorità strategica.

Oltre la contraffazione: traffici integrati

L’inchiesta ha portato alla luce che l’attività illecita non si limita alla mera contraffazione di valuta. Gli stessi soggetti investigati sarebbero coinvolti in una più ampia rete criminale, che spazia dalla vendita di droga e armi da fuoco alla produzione di documenti falsi, come passaporti, carte d’identità e tessere sanitarie.

Prospettive future e necessità di intervento

L’importanza della lotta contro il crimine organizzato, soprattutto in ambito digitale, non può essere sottovalutata: la collaborazione internazionale e il coordinamento tra le forze di polizia rappresentano elementi fondamentali per contrastare questa minaccia.

L’attenzione ora si concentra su strategie di prevenzione e intervento, mirando a proteggere la sicurezza pubblica e a garantire l’integrità del sistema economico e finanziario. Ogni fase dell’indagine offre spunti per ulteriori azioni, segnalando che la lotta contro il crimine informatico è in continua evoluzione.